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Frank Zito di giorno è un uomo meno che ordinario, perfettamente mimetizzato tra i milioni di abitanti della Grande Mela. Di notte invece è un maniaco omicida, totalmente pazzo, che utilizza souvenir carnei prelevati dalle sue vittime per adornare i manichini che popolano la sua casa, una specie di museo degli orrori in cui lui, ossessionato dal ricordo della madre, vede riuniti tutti i suoi fantasmi che sono al centro di una serie di monologhi agghiaccianti. La conoscenza con una fotografa cambia la sua percezione. O forse no.
Maniac è un piccola leggenda dell'underground cinematografico firmata da un regista di nicchia come William Lustig, ma il successo di tutta l'operazione è senza dubbio dovuto all'aderenza oserei dire quasi parossistica di Joe Spinell , una specie di Danny Trejo ante litteram, baffoni, fisico grosso e piuttosto sgraziato, che rende perfettamente l'idea di che cosa si agiti dentro la sua testa bacata.
Maniac è un piccolo capolavoro di regia tra zoom, carrellate e lenti deformanti , Lustig dilata alcune sequenze fino all'inverosimile creando un clima di attesa spasmodica quasi insostenibile: valga per tutti la sequenza dell'omicidio della coppia che si era andata ad appartare ( con il killer che appare dal nulla quando, illuminato dai fari della macchina, salta sul cofano e con una doppietta fa saltare prima la testa a lui, in primissimo piano, e poi allo spettatore viene fatto letteralmente "assaggiare" il terrore di lei ricoperta di sangue e materia cerebrale prima dell'esito scontato che avviene fuori campo) oppure anche la lunghissima, tesissima sequenza dell'omicidio nei bagni della metropolitana, caratterizzata da una serie di stop 'n' go che metterebbero a dura prova le coronarie dello spettatore più smaliziato.
Il film di Lustig narra le gesta di un misogino pazzo assassino, sconvolto da un complesso di Edipo grosso così, che semina il terrore nella notte newyorkese senza però entrare in derive psicanalitiche che non gli competono.E' uno slasher affilato e cattivissimo, ultragore grazie al sensazionale lavoro di Tom Savini ( che si ritaglia la parte dell'uomo trucidato nell'auto assieme alla sua ragazza) agli effetti speciali che sono di grande realismo ancora oggi a più di trenta anni dalla realizzazione.
Maniac ha dei punti di riferimento ben evidenti che sono il thriller italiano anni '70 e anche un piccolo film uscito l'anno prima di un cineasta allora sconosciuto( come Lustig proveniente dal porno) che poi si farà le ossa: tale Abel Ferrara con il suo The Driller Killer in cui un artista faceva fuori con un trapano i malcapitati con cui veniva a contatto.
Come quello il Frank Zito di questo film ha i suoi fantasmi da tenere a bada e nel film di Lustig hanno la forma di manichini addobbati con parti anatomiche di vittime ( gli scalpi) che in un delirio onirico si animano e si ribellano al loro creatore smembrandolo e decapitandolo.
Qui non c'è indagine poliziesca, c'è solo un killer che adesca e uccide vittime lasciando la polizia a brancolare nel buio come si suol dire.
Maniac è un nuovo punto di partenza del film sui serial killer: un film ambientato nel ventre marcio di una metropoli in cui non c'è nessuna pretesa di analisi sociologica ,ma solo una specie di condivisione della pazzia di Frank Zito ( ripeto un Joe Spinell monumentale) che viene immortalata senza alcuna ritrosia.
Ancora oggi è un film per stomaci forti, altro che i teen horror che infestano gli schermi dei nostri tempi....
E'stato appena realizzato un remake sceneggiato tra gli altri da Alexandre Aja e con protagonista Elijah Wood.
( VOTO : 8 / 10)
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