Magazine Fotografia

Vintage Lenses Horror Show

Da Marcoscataglini

Picture
Due giorni fa ho ricevuto un bel pacchetto. L’ho aperto con trepidazione, era un po’ che l’aspettavo. Dentro, due splendide fotocamere anni ’50, quelle che per fare i saccenti potremmo definire Vintage cameras. Non sono perfettamente funzionanti: funzionerebbero, avendoci la pazienza di sistemarle, ma la pazienza è una caratteristica che mi manca (fosse l’unica!). Così sono entrato subito in camera operatoria. Immaginate la scena. Un vero film horror: resesi conto dell’immediato pericolo, le due povere fotocamere iniziano a tremare. Hanno una personalità, come i giocattoli di Toy Story. La sala è in penombra. Una luce forte rischiara solo il tavolo operatorio, dove attendono gli strumenti di tortura: giraviti, taglierini, pinze… E la scena racapricciante ha inizio (attenzione: minorenni e animi sensibili faranno meglio a interrompere qui la lettura). Volano via le viti e le vitarelle che tenevano insieme il corpo delle fotocamere; laddove le viti non cedono, intervengono le pinze a flagellare il metallo, a piegarlo, a spezzarlo. Tra tumb, trank, boom,tap tap la fotocamera si disfa, ritorna materia bruta. Ed io, come il dottor Frankenstein, emergo con un ghigno infernale dalla bolgia portando trionfante in mano il cervello… no, voglio dire: l’obiettivo della ex-fotocamera. Eureka! Eccolo l’oggetto del desiderio: un originale, scadente obiettivo poco corretto e decisamente flou di una fotocamera anni ’50! Il violento sacrificio non è stato vano. Ora non mi resta che montare ciò che resta dell’obiettivo su un attacco Nikon (a volte un tappo corpo macchina, a volte un attacco cannibalizzato qua e là) e provare subito se la cosa funziona. Beh, funziona! Ieri sono andato a fare un po’ di scatti di prova: a sera, sul computer, riguardavo le foto, soddisfatto. Passando, mia moglie ci dà uno sguardo e mi fa: “cavolo, ma ti si è rotta la reflex?” “perché” “beh, ma sono tutte sfocate… tutte strane, ‘ste foto…“.
Capito? L’incomprensione regna sovrana finanche nella mia famiglia. Fa niente. Voi forse potete capirmi. Una foto fatta con un vero obiettivo “vintage”, costituito da una sola lente con a malapena uno straterello di protezione antiriflessi! Una foto sfocata ai bordi, appena più nitida al centro, piena di aberrazioni cromatiche. Ma vi rendete conto? Una meraviglia. E’ la magia della Lo-Fi (che sta per Low Fidelity, bassa fedeltà) Photography. D’altra parte c’è chi spende centinaia di eurini per avere gli stessi risultati con una moderna Lensbaby. Io, almeno, credo di fare qualcosa di assai più originale e interessante. Credo. Cioè spero. Ma a volte anche il mio cervello è Lo-Fi!

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