quando sono stata in montagna lo scorso luglio, questo non è ciò che ho visto. mi spiego: non è che sia crollato il campanile (anzi, è stato restaurato nel 2009), ma semplicemente c'era un terrapieno che lo circondava e lo separava dal resto del lago, così che si trovava all'interno di una sorta di secondo lago molto più piccolo e ci si poteva girare intorno. per fortuna, tra tutti gli interventi che si potevano fare questo non è stato certamente il peggiore o il più invasivo, anzi, confesso che quando siamo tornati a rivedere il campanile della vecchia Curon Venosta mi ha divertito molto passeggiare su quella sottile striscia di terra e vederlo da un lato che prima era impossibile se non ai pesci. due parole sul posto: il lago di Resia è il più grande dell'Alto Adige, è artificiale e venne fabbricato nel 1950 quando la costruzione di una diga interruppe la valle e fece di due piccoli laghi pre-esistenti un unico, grande bacino. si salvò per fortuna il terzo lago, ovvero quello di San Valentino. il motivo di questa modifica fu che già da molti anni si pensava di sfruttare i laghi per la produzione di energia elettrica ma, per una serie di difficoltà oggettive, i lavori della diga vennero rimandati per parecchio tempo. a parte la difficoltà nella costruzione, gli abitanti della valle pagarono un prezzo piuttosto pesante per il progetto, in quanto le acque del nuovo lago sommersero completamente il paesino di Curon e parzialmente quello di Resia. in entrambi i casi, le abitazioni vennero ricostruite più in alto, ma per gli abitanti il trauma è ancora vivo. la loro opposizione al progetto fu molto fiera, arrivarono perfino a chiedere udienza al Papa per scongiurare il suo intervento, ma non servì a nulla. pare che il fatto che il campanile sia ancora in piedi sia frutto del caso: i due abitati destinati a essere sommersi vennero infatti distrutti a suon di bombe, ma la chiesa di Curon restò parzialmente in piedi. una leggenda vuole che in certi giorni d'inverno si senta suonare la campana, cosa di fatto impossibile perchè essa venne trasportata via poco prima dell'allagamento del paese. un'altra leggenda dice che alcuni vecchi si rifiutarono di abbandonare le loro case preferendo morire annegati al loro interno, ma presumo che pure questo non sia vero, se le abitazioni furono fatte esplodere. sia come sia, il posto conserva tutta la sua suggestione ed è inevitabile provare un moto di tristezza ripensando a ciò che è andato perduto.
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quando sono stata in montagna lo scorso luglio, questo non è ciò che ho visto. mi spiego: non è che sia crollato il campanile (anzi, è stato restaurato nel 2009), ma semplicemente c'era un terrapieno che lo circondava e lo separava dal resto del lago, così che si trovava all'interno di una sorta di secondo lago molto più piccolo e ci si poteva girare intorno. per fortuna, tra tutti gli interventi che si potevano fare questo non è stato certamente il peggiore o il più invasivo, anzi, confesso che quando siamo tornati a rivedere il campanile della vecchia Curon Venosta mi ha divertito molto passeggiare su quella sottile striscia di terra e vederlo da un lato che prima era impossibile se non ai pesci. due parole sul posto: il lago di Resia è il più grande dell'Alto Adige, è artificiale e venne fabbricato nel 1950 quando la costruzione di una diga interruppe la valle e fece di due piccoli laghi pre-esistenti un unico, grande bacino. si salvò per fortuna il terzo lago, ovvero quello di San Valentino. il motivo di questa modifica fu che già da molti anni si pensava di sfruttare i laghi per la produzione di energia elettrica ma, per una serie di difficoltà oggettive, i lavori della diga vennero rimandati per parecchio tempo. a parte la difficoltà nella costruzione, gli abitanti della valle pagarono un prezzo piuttosto pesante per il progetto, in quanto le acque del nuovo lago sommersero completamente il paesino di Curon e parzialmente quello di Resia. in entrambi i casi, le abitazioni vennero ricostruite più in alto, ma per gli abitanti il trauma è ancora vivo. la loro opposizione al progetto fu molto fiera, arrivarono perfino a chiedere udienza al Papa per scongiurare il suo intervento, ma non servì a nulla. pare che il fatto che il campanile sia ancora in piedi sia frutto del caso: i due abitati destinati a essere sommersi vennero infatti distrutti a suon di bombe, ma la chiesa di Curon restò parzialmente in piedi. una leggenda vuole che in certi giorni d'inverno si senta suonare la campana, cosa di fatto impossibile perchè essa venne trasportata via poco prima dell'allagamento del paese. un'altra leggenda dice che alcuni vecchi si rifiutarono di abbandonare le loro case preferendo morire annegati al loro interno, ma presumo che pure questo non sia vero, se le abitazioni furono fatte esplodere. sia come sia, il posto conserva tutta la sua suggestione ed è inevitabile provare un moto di tristezza ripensando a ciò che è andato perduto.
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