Violante, Caselli e Veronesi. Si parla di bioetica

Creato il 18 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
La terza giornata inizia con tre incontri sulla bioetica, la religione e la Chiesa italiana. Alle 10.30 Luciano Violante interviene alla presentazione del nuovo libro di monsignor Vincenzo Paglia in sala azzurra. Titolo: “A un amico che non crede”, moderato dall’editorialista de La Stampa Marcello Sorgi. Un libro che è “un appello ai credenti e non affinché si uniscano nell’affrontare le sfide della globalizzazione, che sempre più si mostra senz’anima”, sostiene mons. Paglia, noto alle cronache per il suo impegno pastorale e per la sua attività nella Comunità di Sant’Egidio.  Il libro ha un approccio laico e gentile nei confronti del lettore “da convincere”, spiega Sorgi. Un testo “utile a riscoprire la fede e a trovare, anche per i laici, la forza di affrontare le sfide poste dalla contemporaneità”, fa eco Violante che, interrogato en passant sul l’esperienza del governo Letta lo definisce “un tentativo coraggioso” in un panorama nazionale gravemente in crisi. Alle 11.00 presso un auditorium gremito il chirurgo Umberto Veronesi e  il filosofo Giovanni Reale, moderatore Ferruccio de Bortoli, discutono di autodecisione, responsabilità personale e dovere terapeutico dopo i casi emblematici Welby e Englaro. I due ospiti sono autori a quattro mani di “Responsabilità della vita-un confronto tra un credente e un non credente”, edito da Bompiani. Un dialogo alla ricerca dei punti in comune più che delle differenze tra credenti e non credenti, spiega de Bortoli nella sua introduzione. Non ci sono fossati ideologici incolmabili, continua de Bortoli, e questo libro è un tentativo di colmare questi fossati, in un momento di accesi dibattiti sul testamento biologico e sul fine vitae. Prevale l’atmosfera chiostra le, contrapposta alla bolgia pubblica nella quale è sbattuta la questione, più volte piegata e distorta alle necessità dei contendenti. Dagli interventi di Veronesi e Reale emergono una grande stima reciproca, una serenità, una calma e una dolcezza degni del più profondo umanesimo. Facendo loro una massima di Marco Aurelio, gli autori sostengono l’importanza dell’aiuto e dell’ascolto dell’altro. Mezz’ora più tardi è il turno di don Paolo Farinella, che nello spazio incontri tiene “un discorso appassionato in difesa della fede più autentica”. Presente anche il Procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli. L’impegno del “prete laico”, la sua riflessione sulle posizioni della Chiesa nei cruenti anni Novanta, gli anni dell’ormai assodata trattativa Stato-mafia, la genuflessione vaticana verso una politica compromissoria, sono i punti toccati dal Procuratore Caselli, eroe della lotta alla criminalità organizzata. Il Vaticano avrebbe accettato la politica del malaffare, snaturandosi e portando all’allontanamento del suo fedele servo don Farinella, autore di “Cristo non abita più qui”. Una mattinata densa, questa. Oltre agli incontri riportati ricordiamo l’arrivo di Roberto Saviano accolto da una folla acclamante in attesa del suo intervento presso lo stand Feltrinelli; la visita del Ministro Dario Franceschini e di altri grandi nomi. Il calendario del pomeriggio si prospetta ancora più denso, con le partecipazioni di Vinicio Capossela, Philippe Daverio, Mario Calabresi e Eugenio Scalfari. Una girandola di eventi culturali che continueremo a seguire in diretta per i nostri lettori. Articolo di Jacopo Calzi.

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