Stadi di calcio? Lo ONMS ha recentemente pubblicato il Rapporto annuale 2015 contenente i dati relativi all'andamento delle manifestazioni sportive, specie calcistiche, della stagione sportiva 2014/2015.
Da tale Report che " ha evidenziato, in generale, una situazione ricca di luci ed ombre", emerge quanto segue.
Nell'affermare che vi sia stato un " salto di qualità nel livello di pericolosità" riferito ai campionati di calcio " conn un aumento degli atti illegali all'interno degli impianti", si sottolinea che il predetto " salto di qualità" viene, in specie, attribuito al " largo uso di artifici pirotecnici". Valutazione che suscita qualche perplessità, almeno, se tra gli " artifici pirotecnici", vanno inclusi anche i fumogeni, il cui uso, secondo una decisione del Tribunale di Roma dell'ottobre scorso, non è, invece, giudicato "potenzialmente lesivo per l'incolumità, fatta eccezione per il temporaneo fastidio prodotto dalle emissioni di fumo".
Nonostante la " descritta fenomenologia", vale a dire il " salto di qualità nel livello di pericolosità", si rileva, in modo, almeno a mio avviso, contradditorio, che vi è stata una " contrazione dei casi di turbativa all'ordine pubblico".
E' interessante, inoltre, rilevare come, negli incontri avvenuti negli stadi di Serie A, vi sia stato un decremento complessivo ( - 17,9%) del numero dei feriti ( - 23 % tra i civili, - 21,2 % tra le Forze dell'Ordine, - 66 % tra gli steward). Così come, sempre in Serie A, è diminuito il numero dei denunciati ( - 59%) e degli arrestati ( - 29,4%).
Laddove un aumento dei denunciati è stato registrato in Serie B ( + 30,8%) ed in Lega Pro ( + 26 %) mentre gli arrestati sono diminuiti in Serie B ( - 20,6%) ed aumentati in Lega Pro ( + 37 %).
Quanto agli scontri, si dice che " lo stadio, grazie alle misure organizzative introdotte (ndr si tenga presente, ai fini di quello che dirò in seguito, che nella stagione sportiva 2014/2015 non era ancora avvenuto l'innalzamento di barriere divisorie nell'ambito delle Curve Nord e Sud dello Stadio Olimpico di Roma), presenta il livello minimo di criticità".
Infatti, sono solo il 12 % gli episodi che si registrano all'interno degli impianti.
E, ancora, sono "sempre meno gli scontri durante le gare ( 5%) quando le tifoserie sono ben divise tra loro ". Laddove, con ogni evidenza, per "tifoserie" si intendono quelle appartenenti a squadre diverse e contrapposte.
Si aggiunge che nel 72% dei casi è l'astio tra le tifoserie la causa principale degli scontri". Subito dopo, tra " le tifoserie che si sono dimostrate particolarmente astiose ", oltre a quelle del Brescia ( 4 episodi) e dell'Ascoli ( 3 episodi), vengono indicate quelle della Lazio ( 5 episodi su un totale di 57 : cioè per poco meno del 9%) e della Roma ( 3 episodi).
Quando si pensa alla valutazione in concreto della "particolare astiosità " che chi scrive non riesce francamente a comprendere in che cosa, in realtà, consista, è da rilevare che la tifoseria della Roma si colloca al 4°posto fra otto tifoserie prese in considerazione, per il numero complessivo dei feriti (Forze dell'Ordine, steward, civili) provocati ( in totale 15), mentre la tifoseria della Lazio si colloca al 5° posto ( 14 episodi, dei quali 6 tra le Forze dell'Ordine, 4 tra gli steward e 4 tra i civili).
Ma alquanto sorprendenti ed in parziale contraddizione con la succitata " particolare astiosità" dei tifosi di Lazio e Roma appaiono i dati concernenti gli arrestati, i denunciati ed i DASPO comminati.
Quanto agli arrestati, colpisce, in particolare, il dato relativo ai tifosi della Juventus, se si tiene conto della disponibilità di uno stadio di proprietà della Società ; fattore ritenuto, secondo l'opinione comune, cruciale ai fini della tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico. Il predetto dato segnala il più alto numero (10) di tifosi arrestati.
Parzialmente contraddittorio appare, poi, il dato che riguarda i tifosi denunciati: laddove, mentre si segnalano le tifoserie del Bari, Brescia, Roma e Napoli, nessun denunciato viene attribuito alla tifoseria della Lazio.
Quanto ai DASPO comminati, per la stagione sportiva 2014/2015 risulta un decremento complessivo pari al 9,5% ( n.2.160) nei confronti di quelli irrogati nella stagione sportiva 2013/2014 (n.2.346).
Si specifica che i DASPO sono stati irrogati, in prevalenza, " a seguito di episodi avvenuti all'interno degli impianti sportivi".
Si deve però tenere conto che al DASPO non corrisponde sempre una manifestazione di violenza vera e propria (il provvedimento, infatti, può essere irrogato, per esempio, anche per uso di fumogeni, al massimo, come visto, fastidiosi ma non pericolosi, ovvero perché non ci si è seduti al posto corrispondente al biglietto), se si tiene presente la diminuzione del numero complessivo dei feriti (- 25,9%) e, in particolare in Serie A , degli arrestati (-20,4%) e dei denunciati (-59%).
Tale trend, peraltro, sconta anche il progressivo e generalizzato calo di spettatori negli stadi, in particolare per la Serie A.
In conclusione, viene da chiedersi se, in relazione alla contestata erezione di barriere divisorie nell'ambito delle Curve Nord e Sud dello Stadio Olimpico di Roma, alla luce dei dati sopra riportati, tale soluzione possa ritenersi del tutto coerente.
A questo proposito, nel riportarmi alle mie note dell'11 ottobre scorso ( consultabili sul sito www.federsupporter.it) , ribadisco che le suddette barriere appaiono in contrasto con quanto disposto dalla speciale Task Force, costituita nell'ambito del Ministero dell'Interno relativa alla sicurezza delle manifestazioni sportive che, nell'aprile 2014, aveva stabilito che " ogni società sportiva, d'intesa con il proprietario dell'impianto, si adopera per promuovere in sede di GOS progetti di abbattimento delle barriere, in tutti i settori dello stadio o in parte di esso".
Task Force che aveva, altresì, posto l'obiettivo di " includere i tifosi nei percorsi di legalità", mentre non v'è dubbio che l'innalzamento di barriere divisorie, addirittura tra tifosi della stessa squadra, sembra ispirarsi maggiormente a logiche di pura e semplice repressione poliziesca, anziché al perseguimento di tale obiettivo.
Inclusione dei tifosi nei percorsi di legalità alla quale non ha certamente contribuito e contribuisce il fatto che le società di calcio abbiano adempiuto, con notevoli ritardi, con riluttanza e, per lo più, solo formalisticamente, all'obbligo, previsto sia dalle normative UEFA sia FIGC, di istituire nel proprio ambito lo SLO (Supporter Liaison Officer).
Più precisamente, quel soggetto delegato ai rapporti con i tifosi , dovendo costituire, sin dal 2011, secondo il Manuale UEFA per l'ottenimento delle licenze di partecipazione alle gare europee, " un ponte tra i sostenitori ed il club", contribuendo a " incrementare il dialogo tra le due parti" e costruendo " le proprie relazioni, non solo con i gruppi di sostenitori e nei confronti delle loro iniziative, ma anche con le Forze dell'Ordine e gli addetti alla sicurezza".
Il citato Manuale specificava e specifica che ,per " sostenitori", devono intendersi anche quelli che " creano l'atmosfera nello stadio, visivamente ed acusticamente, vale a dire gli Ultras, dovendo lo SLO " fare in modo di ridurre le reciproche ( ndr. tra gli stessi Ultras e le Forze dell'Ordine) percezioni negative, stabilendo un dialogo tra detti sostenitori, gli addetti alla safety and security, gli steward e le Forze dell'Ordine; ciò nel rispetto delle loro (ndr. degli Ultras) legittime aspettative di portare in curva calore e passione".
Avv. Massimo Rossetti(Responsabile Area Legale Federsupporter)