Due episodi di violenza in pochissimi giorni, tutti avvenuti nei pressi del lungomare di via Caracciolo, la zona “bene” di Napoli. Ma a far scalpore non è tanto il luogo, quanto i protagonisti delle due vicende : si tratta, purtroppo, di ragazzini di 17 e 13 anni, vittime o,addirittura, esecutori di violenze che, giurano i residenti del posto,negli ultimi anni stanno aumentando a dismisura.
Il primo minorenne si chiama Raffaele, ha 17 anni e si trova ancora ricoverato nel reparto di chirurgia d’urgenza dell’ ospedale “Loreto Mare”. Un’ampia ferita sul torace è il risultato di una serata di terrore, iniziata verso le ore 18 quando il minore, insieme ad un altro amico tredicenne, avevano posato la bici e si erano diretti verso la scogliera all’altezza della Rotonda Diaz. Ma,appena arrivati sulla spiaggia, si è avvicinato un uomo che ha intimato ai due di consegnargli tutto ciò che avevano. Il 17enne ha dovuto cedere il suo I-phone ma non si è arreso : “Non è giusto che ci vengano tolte cose nostre, non sono il tipo che si fa mettere i piedi in testa”. Così, pochi secondi dopo, decide di inseguire i rapinatori (l’uomo aveva un complice che faceva da palo) scappati nella Villa Comunale. Una volta raggiunti, scatta una colluttazione, e Raffaele ha la peggio: una coltellata, inflitta sulla schiena, che gli ha trapassato il torace. I malviventi hanno subito fatto perdere le loro tracce mentre per il giovane non è stato necessario nessun intervento chirurgico.
Quello che è accaduto, solo poche ore dopo,a pochi metri da dove Raffaele ha subito l’aggressione, è sicuramente più scioccante e fa capire quanto il problema della mini-criminalità non sia da sottovalutare. La vittima in questione ha solo 13 anni e stava passando una serata tranquilla con le amiche, proprio nei pressi del lungomare, quando una sua coetanea le ha prima tirato i capelli, poi malmenata e infine le ha lanciato una bottiglia di birra in testa. Una violenza inaudita, causata da futili motivi di cuore: “Mia figlia non conosceva questa ragazzina” racconta la madre della vittima “e di certo non faceva parte della sua comitiva. Non è la prima volta, però, che ha provato a minacciare il suo gruppo”. La 13enne, fortunatamente, se l’è cavata con un paio di punti : “E’ una vicenda inquietante che ci deve far riflettere sulla situazione della nostra città e sul futuro che stiamo offrendo ai nostri figli”.