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Violenza tra minori, scatta l’allarme a Napoli

Creato il 01 febbraio 2014 da Makinsud

baby criminalità napoliDue episodi di violenza in pochissimi giorni, tutti avvenuti nei pressi del lungomare di via Caracciolo, la zona “bene” di Napoli. Ma a far scalpore non è tanto il luogo, quanto i protagonisti delle due vicende : si tratta, purtroppo, di ragazzini di 17 e 13 anni, vittime o,addirittura, esecutori di violenze che, giurano i residenti del posto,negli ultimi anni stanno aumentando a dismisura.

Il primo minorenne si chiama Raffaele, ha 17 anni e si trova ancora ricoverato nel reparto di chirurgia d’urgenza dell’ ospedale “Loreto Mare”. Un’ampia ferita sul torace è il risultato di una serata di terrore, iniziata verso le ore 18 quando il minore, insieme ad un altro amico tredicenne, avevano posato la bici e si erano diretti verso la scogliera all’altezza della Rotonda Diaz. Ma,appena arrivati sulla spiaggia, si è avvicinato un uomo che ha intimato ai due di consegnargli tutto ciò che avevano. Il 17enne ha dovuto cedere il suo I-phone ma non si è arreso : “Non è giusto che ci vengano tolte cose nostre, non sono il tipo che si fa mettere i piedi in testa”. Così, pochi secondi dopo, decide di inseguire i rapinatori (l’uomo aveva un complice che faceva da palo) scappati nella Villa Comunale. Una volta raggiunti, scatta una colluttazione, e Raffaele ha la peggio: una coltellata, inflitta sulla schiena, che gli ha trapassato il torace. I malviventi hanno subito fatto perdere le loro tracce mentre per il giovane non è stato necessario nessun intervento chirurgico.

Quello che è accaduto, solo poche ore dopo,a pochi metri da dove Raffaele ha subito l’aggressione, è sicuramente più scioccante e fa capire quanto il problema della mini-criminalità non sia da sottovalutare. La vittima in questione ha solo 13 anni e stava passando una serata tranquilla con le amiche, proprio nei pressi del lungomare, quando una sua coetanea le ha prima tirato i capelli, poi malmenata e infine le ha lanciato una bottiglia di birra in testa. Una violenza inaudita, causata da futili motivi di cuore: “Mia figlia non conosceva questa ragazzina” racconta la madre della vittima “e di certo non faceva parte della sua comitiva. Non è la prima volta, però, che ha provato a minacciare il suo gruppo”. La 13enne, fortunatamente, se l’è cavata con un paio di punti : “E’ una vicenda inquietante che ci deve far riflettere sulla situazione della nostra città e sul futuro che stiamo offrendo ai nostri figli”.


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