Il calcio ha scritto un’altra triste pagina della sua storia. Stavolta si tratta dell’Egitto dove una giornata di sport si è trasformata in tragedia. Dove la festa è diventata un funerale.
Il bilancio parla di 74 morti e oltre mille feriti, di cui circa 200 in condizioni gravi. A scatenare la guerriglia fuori e dentro al campo un gol segnato allo scadere, oppure la rabbia e la frustrazione represse nel corso dell’anno di cambiamenti che ha seguito la rivolta di piazza Tahrir. Fatto sta che i tifosi egiziani hanno sempre avuto la triste fama di essere dei violenti. Se a ciò si aggiunge che tra le tifoserie delle due squadre non è mai corso buon sangue, un epilogo del genere non era del tutto imprevedibile.
E il giorno dopo la tragedia c’è chi polemizza, come i Fratelli Musulmani, che controllano quasi la metà dei seggi nel nuovo Parlamento del Cairo, che non hanno perso tempo a puntare il dito contro i sostenitori di Mubarak, accusati di essere gli organizzatori degli scontri di massa di Port Said. Secondo i media egiziani, invece, gli scontri erano stati pianificati dai tifosi delle due squadre, che hanno alle spalle una lunga storia di ostilità.
Questo il nome dello stadio dove si sono verificati i fatti. In campo c’erano i padroni di casa dell’Al Masry, squadra di medio-alta classifica, e i campioni dell’Al Ahly, la squadra più forte dell’intero calcio arabo con ben trentadue titoli nazionali conquistati. La formazione del Cairo passa in vantaggio ma viene raggiunta e superata negli ultimi minuti. In pieno recupero l’Al Marsy segna l’incredibile gol del 3-1. Si scatena la follia.
Gli ultras della squadra di casa invadono il terreno di gioco, inseguono i calciatori avversari. Il campo si riempie di gente. Sono attimi drammatici. Si assiste al lancio di pietre, bottiglie, molte persone vengono accoltellate. Gli scontri proseguono anche all’esterno dello stadio e il loro eco arriva fino al Cairo, dove nello stadio in cui si sta giocando Zamalek-Ismaili viene appiccato un incendio. L’esercito, incapace di fermare la guerriglia, manda elicotteri per portare in salvo giocatori e tifosi ospiti, ma non tutti ce la fanno ad uscire dallo stadio.
Molti tifosi, infatti, sono stati accoltellati o sono rimasti soffocati mentre tentavano la fuga per un corridoio stretto e lungo, le cui porte d’uscita erano bloccate. Da una parte porte chiuse, dall’altra i tifosi avversari armati di coltelli, mazze e pietre. Uno dei testimoni ha scritto oggi su Twitter: « Le persone erano schiacciate una sull’altra perché non c’erano altre uscite. Avevamo solo due scelte: la morte che arrivava alle nostre spalle oppure le porte chiuse». Il governo ha riferito inoltre che le persone portate in ospedale sono arrivate già morte.
Il giorno dopo la tragedia, la Lega Calcio ha sospeso il campionato mentre il Consiglio delle Forze Armate, al potere in Egitto dopo la caduta del regime di Hosni Mubarak un anno fa, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale per le vittime delle violenze di Port Said. La giunta militare ha inoltre annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta per identificare i responsabili. Nel frattempo sono già stati effettuati 47 arresti. Sotto accusa la Polizia, colta impreparata dallo scoppio delle ostilità.
Quando si parla di violenza negli stadi viene subito in mente la tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles, macabro teatro della finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool. Era il maggio del 1985. Ma c’è una lunga lista, una lunga scia di sangue, che attraversa tutti i continenti nel corso della storia.
9 MARZO 1946 – 44 morti e 500 feriti in una ressa al Burden Park di Bolton (GB), dopo una gara di Coppa tra Bolton Wanderers e Stoke City.
23 GIUGNO 1968 – 71 morti, in maggioranza soffocati, e 150 feriti a Buenos Aires, in River Plate-Boca Junior.
2 GENNAIO 1971 – 66 morti e 150 feriti nello stadio dei Glasgow Rangers in una gara con il Celtic.
11 FEBBRAIO 1974 – Nello stadio di Zamalek al Cairo 48 morti e 50 feriti per il crollo di una tribuna.
20 OTTOBRE 1982 – 340 morti E 1.000 allo stadio Lenin de Mosca durante una gara tra lo Spartak e gli olandesi dell’Haarlem.
11 MAGGIO 1985.- 53 morti e 200 feriti per un incendio in tribuna a Bradford City durante un match di terza divisione.
29 MAGGIO 1985 – Stadio Heysel di Bruxelles, 39 morti e 117 feriti prima della finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool.
15 APRILE 1989 – 95 morti e 175 feriti durante Liverpool-Nottingham Forest allo stadio Hillsborough di Sheffield.
25 LUGLIO 2007 – 50 morti per due attentati contro tifosi a Bagdad.