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Violet & Daisy

Creato il 14 dicembre 2013 da Arpio

Violet-and-daisyAvevo voglia di novità. Avevo voglia di un titolo che ti fa dire “ma questo dove cazzo l’hai pescato?”. Avevo voglia di vedermi un film che non fosse il solito film straconosciuto, pubblicizzato e recensito. Avevo voglia di “Violet & Daisy” a quanto pare. Beh, dopo un’ora e mezzo di pellicola la voglia mi è passata, e ora vorrei un rilassante blockbuster commercialotto con lo spiegone finale, grazie. Eh sì, perché se il livello dei film non troppo conosciuti è questo allora meglio le commercialate e i remake. Fortunatamente sappiamo che non tutti i film indie o a basso budget sono delle cagate, anzi alcuni sono decisamente belli, ma questo Violet & Daisy abbassa di gran lunga la media della categoria. A dirigere questa pellicola nel 2011 c’ha pensato Geoffrey Fletcher, uno che non ha fatto praticamente nulla nella vita se non ricevere un oscar per la miglior sceneggiatura non originale per Precious nel 2010, ovvero scrivere una sceneggiatura copiando da un libro scritto da qualcun altro. Fortunatamente gli apporti di Fletcher al cinema si sono conclusi nel 2011 con all’attivo 1 film e 2 sceneggiature, dopo di che è scomparso nel nulla dal quale era arrivato.

Viole & Daisy è la storia di due teenager che si comportano come ragazzine in età prescolare e nel tempo libero fanno omicidi su commissione. Parliamoci chiaro, l’idea che sta alla base del film è piuttosto intrigante ed è il motivo che mi ha spinto a vederlo. A dare vita alle due bimbe-killer ci sono Alexis Bledel (Una mamma per amica) e Saoirse Ronan (Byzanthium, Amabili Resti), la prima abbastanza fuori di testa e la seconda più calma e pacata. Le due vengono incaricate di andare a uccidere un tizio (James Gandolfini) che ha rubato dei soldi al loro capo. Arrivate a casa, però, scoprono che il tizio le stava aspettando e non vede l’ora di farsi ammazzare. Perché? Perché ha un cancro e la figlia lo odia. Le due ragazzine si affezionano all’obiettivo da uccidere e danno vita a una strana storia di convivenza tra vittima e killer di un paio di giorni, nella quale momenti onirici si alternano a strane chiacchierate sul divano fra i tre protagonisti.

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Sarò stronzo io, ma se questo film nasconde un messaggio celato o una nascosta bellezza, io non sono riuscita a trovarla. L’ora e mezza della durata della pellicola sembra durare 4 o 5 ore da quanto il film è lento e noioso. Momenti di silenzio imbarazzante sono alternati a momenti di stranezze assurde, senza alcun apparente motivo di coesistere. Ho avuto addirittura la paura, verso il finale, di vedere una svolta pedopornografica nella storia, cosa che fortunatamente non accade.
Dai dialoghi e da alcune scene si evince chiaramente come Fletcher abbia voluto creare qualcosa di simile alla Tarantino, un post-pulp in stile anni ’90. Ma gli anni ’90 per nostra fortuna sono passati da un pezzo e non so quanti di noi ne sentissero la mancanza. Il tentativo di imitare Tarantino, comunque, fallisce miseramente grazie al fatto che la storia raccontata non ha alcun senso di esistere e la noia pervade lo spettatore come durante la messa di Natale. Vengono creati degli interrogativi ai quali non v’è data risposta, appaiono personaggi che non hanno motivo di stare lì, le due bimbe-killer sono l’apoteosi della rottura di palle…a un certo punto si ha solo voglia che il film finisca o che qualcuno prenda una pistola e spari a una delle due, almeno si vedrebbe qualcosa di interessante.
Il film poteva essere una figata senza pari, ma come sempre le idee non bastano e il percorso più difficile da fare è passare dal cervello alla carta, cosa nella quale non tutti riescono. Fatevi un favore, non guardatelo…



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