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Virginia Woolf rivive nella National Portrait Gallery: testi, dipinti e ritratti

Creato il 16 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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25 gennaio 1822. Nel cuore di un’abitazione sita in una delle strade centrali di Londra, nei pressi dell’Hyde Park, nasce una bambina destinata a divenire, tramite il suo operato sociale e intellettuale, una delle figure di rilievo nell’ambiente letterario londinese. Il suo nome è Virginia Woolf.

Virginia è un’attivista, fa parte del movimento femminista, si batte per il suffragio universale, tiene in vita il Bloomsbury Group (celebre gruppo letterario e artistico nella Londra del primo Novecento), è militante del fabianesimo a fianco del marito, scrittrice e insieme saggista. Virginia è una figura complessa e poliedrica, insomma. In virtù dei suoi meriti socio-letterari e a settantatré anni dalla sua morte, l’illustre pinacoteca londinese che porta il nome di ‘National Portrait Gallery’ ha deciso, di recente, di fare un grande regalo all’ormai scomparsa scrittrice, ospitando sino al 26 ottobre del corrente anno una prestigiosa esposizione in suo onore. Esistono svariati modi per commemorare chi ha avuto arte e ingegno nel sangue, ma la galleria inglese ha scelto decisamente il più originale.

Virginia Woolf. Art, Life and Vision. Questo è il titolo della grande mostra, organizzata e curata da un’altra donna, la biografa e critico d’arte Frances Spalding, che ha racimolato e messo insieme ben 140 oggetti tutti quanti connessi alla vita articolata e burrascosa della Woolf. Il risultato è un particolare mosaico di manoscritti, diari e lettere della scrittrice, quadri e fotografie, che nel loro insieme, seguendo un ordine cronologico più che tematico, hanno creato una pista luminosa che consente di ripercorrere le tappe salienti della biografia di Virginia. A dire il vero non si tratta della prima mostra organizzata dalla National Portrait Gallery, questa è stata inserita in un programma di esposizioni (precedentemente avviato dal museo) che si propone come scopo quello di narrare la letteratura fondendo scritti, ritratti e biografie; tuttavia è opinione comune, non solo della curatrice Spalding, che questa abbia superato, per successo e rilevanza, tutte le precedenti.

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Il punto di partenza dell’esposizione londinese, allestita in tonalità di blu scuro e grigio, è costituito da celebri testi quali ‘La signora Dalloway’, ‘Gita al faro’ e ‘Orlando’, romanzi annoverati tra i capolavori della scrittrice inglese. Prosegue poi con una serie di ritratti, fra i quali spicca il dittico firmato nel 1912 dalla sorella Vanessa Bell. Accanto a questi, una carrellata di fotografie che ripercorrono la genealogia femminile artistica della Woolf: si va dai ritratti fotografici di Julia Margaret Cameron, prozia di Virginia e fotografa inglese, agli album di famiglia, che immortalano la sorella e gli altri membri del nucleo familiare nella loro vita quotidiana o durante viaggi, album che ritraggono il tempo di Virginia trascorso con amici e colleghi. Il percorso guidato termina nell’ultima stanza, dove si trova, contenuto all’interno di una vetrina, il bastone che Virginia abbandonò sulla riva di un fiume una mattina del marzo 1941 in cui decise di annegarsi, bastone che venne poi ritrovato, per caso, dal marito Leonard.

La Woolf che emerge dalle immagini di fotografi e artisti come Beresford, Man Ray, Gisèle Freund, Beck e McGregor è una figura poco costante, sempre diversa, mutevole, una figura femminile travagliata e segnata dalla sua stessa esistenza. Frances Spalding vuole così ricordare ai tanti lettori-visitatori le innumerevoli sfaccettature di Virginia, sulla cui sanità mentale e depressione i critici letterari sono ancora discordanti. Certo però è che la Woolf fu un personaggio instabile sul palcoscenico letterario del ventesimo secolo, un carattere sui generis la cui discontinuità e al contempo genialità gli sono valse una gran fama nel tempo. E l’esposizione creativa della National Portrait Gallery riesce a sintetizzare nel migliore dei modi, tra le mura di un museo, tra scritti e dipinti, la complicata e turbata vicenda biografica della scrittrice inglese che si esaurisce in un angoscioso suicidio.

Fonte: Huffington Post

Antonio Puleri



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