Virna Lisi (Wikipedia)
Grave, inevitabile ma dolorosa, perdita per il cinema italiano oggi, giovedì 18 dicembre: ci lascia Virna Lisi (Pieralisi all’anagrafe, Ancona, 1937), certamente una delle nostre attrici più affascinanti e talentuose, simbolo di un’ epoca, cinematograficamente parlando, tanto particolarmente inventiva e prolifica nella proposizione dei vari generi, quanto ancora capace di delineare al suo interno delle particolari figure divistiche, idonee però a staccarsi, in virtù di tenacia e determinazione entrambe dal peso considerevole, dai ruoli spesso imposti dalla macchina produttiva o dallo star system in genere.
Virna Lisi, forte di un fascino e di una eleganza del tutto naturali, il volto illuminato dal famoso sorriso, quest’ultimo contemporaneamente dolce e sensuale, non ha mai nascosto i segni del tempo che scorre, più semplicemente li ha assecondati, lasciando inalterata ogni traccia del suo inevitabile percorso, evolvendo però la sua rilevanza di donna e d’attrice, passando dai ruoli “semplici” degli esordi, soprattutto sentimentali (il debutto sul grande schermo risale al 1953, … E Napoli canta!, diretto da Armando Grottini, cui seguirono realizzazioni simili, dove la Lisi recitava a fianco di Giacomo Rondinella, oltre, per esempio, ai classici peplum) ad altri certo più complessi e pregni di particolari sfumature o accentuazioni psicologiche (fra i tanti, La cicala, 1980, Alberto Lattuada, interpretazione che le valse il David di Donatello come migliore attrice; La reine Margot, 1994, Patrice Chéreau, dove la sua prova nei panni di Caterina dei Medici le fece conseguire la Palma d’oro per la migliore interpretazione femminile al 47mo Festival di Cannes).
Virna Lisi ne “La regina Margot”
Quest’ultima negli anni le ha consentito di spaziare, sempre con coerenza, nonché una certa ironia ed autoironia nell’estrema adattabilità, da film propriamente autoriali (Al di là del bene e del male, 1977, Liliana Cavani) ad altri popolari (Sapore di mare, 1982, Carlo Vanzina), proponendo con maggiore convinzione una recitazione ponderata e raffinata, idonea a ricoprire ruoli sempre più particolari (Buon Natale, Buon Anno, 1989, Luigi Comencini, o i sopra citati La cicala e La reine Margot). A partire dagli anni 80 invece fu maggiormente la televisione ad accogliere le mature prove recitative dell’attrice, protagonista di numerosi sceneggiati televisivi (come E non se ne vogliono andare!, 1989, Giorgio Capitani, e suoi seguiti) e fiction quali Le ali della vita (2000, Stefano Reali) o l’ultima sua prova recitativa, Madre aiutami (2014, Gianni Lepre).
Un dolce sorriso, un fascino ineguagliabile, una grande determinazione nel perfezionare le proprie indubbie capacità, un’attrice, ed una donna, come poche, riprendendo quanto già scritto, la cui assenza non finiremo mai di rimpiangere, anche in un paese, e in un sistema spettacolo, facile alla dimenticanza e tendente all’inopportuno, sfacciato, rimpiazzo di prammatica, volto a lanciare qualche presunto talento dall’effimera durata.