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Virna Lisi (1937-2014)

Creato il 18 dicembre 2014 da Af68 @AntonioFalcone1
Virna Lisi (Wikipedia)

Virna Lisi (Wikipedia)

Grave, inevitabile ma dolorosa, perdita per il cinema italiano oggi, giovedì 18 dicembre: ci lascia Virna Lisi (Pieralisi all’anagrafe, Ancona, 1937), certamente una delle nostre attrici più affascinanti e talentuose, simbolo di un’ epoca, cinematograficamente parlando, tanto particolarmente inventiva e prolifica nella proposizione dei vari generi, quanto ancora capace di delineare al suo interno delle particolari figure divistiche, idonee però a staccarsi, in virtù di tenacia e determinazione entrambe dal peso considerevole, dai ruoli spesso imposti dalla macchina produttiva o dallo star system in genere.
Virna Lisi, forte di un fascino e di una eleganza del tutto naturali, il volto illuminato dal famoso sorriso, quest’ultimo contemporaneamente dolce e sensuale, non ha mai nascosto i segni del tempo che scorre, più semplicemente li ha assecondati, lasciando inalterata ogni traccia del suo inevitabile percorso, evolvendo però la sua rilevanza di donna e d’attrice, passando dai ruoli “semplici” degli esordi, soprattutto sentimentali (il debutto sul grande schermo risale al 1953, … E Napoli canta!, diretto da Armando Grottini, cui seguirono realizzazioni simili, dove la Lisi recitava a fianco di Giacomo Rondinella, oltre, per esempio, ai classici peplum) ad altri certo più complessi e pregni di particolari sfumature o accentuazioni psicologiche (fra i tanti, La cicala, 1980, Alberto Lattuada, interpretazione che le valse il David di Donatello come migliore attrice; La reine Margot, 1994, Patrice Chéreau, dove la sua prova nei panni di Caterina dei Medici le fece conseguire la Palma d’oro per la migliore interpretazione femminile al 47mo Festival di Cannes).

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La grande notorietà della Lisi si deve al film Le diciottenni (1955, Mario Mattoli, remake di Ore 9: lezione di chimica, girato nel 1941 dallo stesso regista) e ad un Carosello televisivo di due anni successivo diretto da Luciano Emmer, periodo in cui affrontò anche il primo ruolo di un certo rilievo ne La donna del giorno di Francesco Maselli, una mannequin disposta a tutto per la carriera. Ma il fascino e il talento della Lisi erano destinati a varcare gli italici confini e fra le sue più valide prove internazionali si ricordano Les hussards (1955, Alex Joffé), Eva (Joseph Losey,1962), La tulipe noire (1964, Il tulipano nero, Christian-Jacque), cui si affiancarono altrettanto valide caratterizzazioni in film come Signore & signori (1966, Pietro Germi), Le dolci signore (1967, Luigi Zampa) e Arabella (1967, Mauro Bolognini) o, nell’ambito della carriera hollywoodiana, The secret of Santa Vittoria (1969, Il segreto di Santa Vittoria, Stanley Kramer); How to Murder your Wife (1965, Come uccidere vostra moglie, Richard Quine, dove recitò al fianco di Jack Lemmon) o Not with my Wife, You Don’t! (1966, Due assi nella manica, Norman Panama). Alla Lisi però il ruolo di “bambolona fatale” che negli Usa erano ormai pronti a cucirle addosso non poteva che starle stretto, anche a costo di particolari rinunce (il ruolo di protagonista in Barbarella, 1968, Roger Vadim, poi andato a Jane Fonda, o, ancora prima, quello di Bond Girl in 007 From Russia With Love, 1963, Terence Young), preferendo puntare su di una intelligente versatilità.

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Virna Lisi ne “La regina Margot”

Quest’ultima negli anni le ha consentito di spaziare, sempre con coerenza, nonché una certa ironia ed autoironia nell’estrema adattabilità, da film propriamente autoriali (Al di là del bene e del male, 1977, Liliana Cavani) ad altri popolari (Sapore di mare, 1982, Carlo Vanzina), proponendo con maggiore convinzione una recitazione ponderata e raffinata, idonea a ricoprire ruoli sempre più particolari (Buon Natale, Buon Anno, 1989, Luigi Comencini, o i sopra citati La cicala e La reine Margot). A partire dagli anni 80 invece fu maggiormente la televisione ad accogliere le mature prove recitative dell’attrice, protagonista di numerosi sceneggiati televisivi (come E non se ne vogliono andare!, 1989, Giorgio Capitani, e suoi seguiti) e fiction quali Le ali della vita (2000, Stefano Reali) o l’ultima sua prova recitativa, Madre aiutami (2014, Gianni Lepre).
Un dolce sorriso, un fascino ineguagliabile, una grande determinazione nel perfezionare le proprie indubbie capacità, un’attrice, ed una donna, come poche, riprendendo quanto già scritto, la cui assenza non finiremo mai di rimpiangere, anche in un paese, e in un sistema spettacolo, facile alla dimenticanza e tendente all’inopportuno, sfacciato, rimpiazzo di prammatica, volto a lanciare qualche presunto talento dall’effimera durata.


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