L’operazione per giunta rimane piuttosto esosa, si parla infatti di 2 milioni di Dollari per il singolo match, cifra che non spaventa Sabatini ed i suoi soci (Pizzoli, Camera di Commercio, Bologna Fiere, Aeroporto), ma getta molto scetticismo sulla reale utilità della cosa. Una partita di Kobe, infrasettimanale, quanto bene può fare al nostro basket? Quella montagna di soldi non sarebbe meglio investirla in due crack europei che rimangono tutta la stagione e ti fanno competere per la vittoria finale?
“Kobe ci ha dato una disponibilità abbastanza breve, noi speriamo che possa essere più lunga“, ha detto Sabatini, che in cuor suo probabilmente sa già che la permanenza di Bryant a Bologna, se ci sarà, durerà il tempo di una lasagna al forno. E forse l’ha sempre saputo.
Anche l’immagine del cinque volte campione NBA non ne esce benissimo: dopo le parole dei giorni scorsi (”Amo l’Italia“, “Volgio giocare qui” ecc.), le sue richieste economiche suonano veramente stonate, soprattutto di fronte alle ultime firme celebri in Europa. Andrei Kirilenko darà in beneficenza i soldi percepiti dal CSKA e Toni Parker guiderà il suo Asvel a prezzi da ragioniere (1500 Euro al mese). Tenendo conto che il Black Mamba ha già percepito 196 milioni di Dollari solo dai Lakers, e ne guadagnerà altri 27.8 nel 2012/13 e addirittura 30.4 nel 2013/14 (il giocatore più pagato della storia), sinceramente poteva impegnare meno il suo commercialista in questa gita italiana.
Ma tant’è, siamo di fronte all’ennesima discutibile scelta di Claudio Sabatini: la linea che separa genio e follia è sempre stata labile, ma in questo caso gli indizi che portano al di là di quel confine sono piuttosto evidenti.