Non seguo il calcio, da quando sono nato, è una delle costanti della mia vita, e ovviamente nemmeno lo pratico. L’autobus della scuola del lunedì mattina era sempre un fastidioso carnaio di cuccioli alieni che non avevano niente a che spartire con me, io li guardavo con curioso interesse scientifico e loro mi guardavano con malcelata disapprovazione. Eppure, anche in quel lontano mondo simil-sportivo di fichette corrotte, sciacalli e capre dotate soltanto di buone gambe, ogni tanto succede qualcosa di eclatante ed esemplare che attira la mia attenzione, come ad esempio in Milan-Juve di ieri sera, con il goal del Milan non visto dal guardalinee sebbene la palla fosse entrata di un mezzo metro abbondante, e con il portierone leggendario eroe nazionale salvatore della patria Buffon che ha affermato non solo di non essersi accorto, mentre buttava con le sue mani la palla fuori dalla porta, che quello era un goal valido (Gigi, ti prego, dalla a bere a qualcun altro), ma anche che, in caso contrario, col cazzo che l’avrebbe detto all’arbitro, o per usare le sue parole:
“Se me ne fossi reso conto, sono onesto nel dire che non avrei dato una mano all’arbitro” (Gianluigi Buffon)
Ora, il fenomeno interessante, in tutto questo, è che i milanisti, e con loro tutti gli anti-juventini in generale, non mancano di rinfacciare alla Juventus di essere una antica e gloriosa squadra di ladri recidivi schifosi senza dignità, ecc ecc, la solita roba, però poi magnificamente concordano tutti sull’onestà e sull’integrità morale di Buffon, perché – e questo è il dettaglio veramente adorabile di tutta questa storia inutile – dato che lui ha ammesso, in tutta onestà, che avrebbe volentieri nascosto il goal, allora è una brava persona e, in pieno clima ipocrita sportivo, per questo merita la stima di tutti, anche dei tifosi avversari.Intanto, per la serie ‘le parole sono importanti’, questa roba non si chiama onestà, si chiama omertà. Onestà, a casa mia, sarebbe stato Buffon che si rialza con la palla in mano, ferma il gioco, chiama il guardalinee e gli dice “imbecille, guarda che mi hanno appena segnato; se non ci vedi, cambia lavoro o portati gli occhiali”. La squadra lo avrebbe odiato, i tifosi lo avrebbero odiato, ma così sarebbe stato, appunto, da qui alla fine dei tempi un portiere onesto. Un portiere omertoso, invece, avrebbe appunto prima negato l’evidenza, e poi dichiarato pomposamente, chiamando in causa l’onestà, che avrebbe volentieri nascosto il goal, facendo affidamento – a ragione, perché lui conosce bene i suoi polli – sul comune sentimento omertoso calcistico italiano (per l’estero non saprei, ma per l’Italia è così), dove, appunto, questo modo di fare viene unanimemente riconoscito come onesto, perché tutti, davvero tutti, dalla nazionale alla squadra di calcetto della parrocchia, avrebbero fatto lo stesso, e non solo in ambito sportivo: avrebbero approfittato della situazione, negato l’evidenza e fottuto le regole, per una convenienza anche minima.In sintesi, lasciatemi dire, pessimi tifosi di ogni colore che difendono a spada tratta l’omertà/onestà di Buffon (perché questo secondo voi è essere onesti), che siete proprio voi l’italietta del cazzo, e che tutto il male di questo paese, prima che ai criminali, prima che ai politici ladri, prima che a qualsiasi capro espiatorio, è interamente imputabile a voi, che siete tanti, siete la massa, siete la maggioranza, e quindi quello che voi approvate e permettete e lasciate che sia, bè, in un attimo diventa legge, diventa consuetudine, diventa la vera cultura condivisa da nord a sud, la cultura, appunto, dell’italietta del cazzo, che ha fatto del male sia a me che a voi, che continua a fare del male a tutti e che lo farà ancora, probabilmente anche ai miei figli, e sicuramente anche ai vostri.Mi dispiace davvero di dover condividere l’esistenza con voi, è proprio una cosa fastidiosa, ma riconosco che tutto questo, in fondo, non ci impedirà di ignorarci a vicenda, proprio com’è andata in questi ultimi trent’anni, quindi, vi prego, chiudete un occhio, tanto ci siete abituati, perdonate questo mio piccolo sfogo. E andate a cagare.
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