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Vischiosi auguri di Buon Anno

Creato il 27 dicembre 2013 da Skip

 

Il vischio è una pianta particolare, alla quale sin dall’antichità si attribuivano magici poteri .

vischio
Questo sempreverde semiparassita nasce su rami e tronchi di altre piante, qualora le sue  bacche vi cadano dentro, e cresce volentieri su alberi da frutto ma anche su querce, pioppi, tigli e olmi . Secondo la tradizione il vischio, appeso alla porta di casa, è il simbolo di un potente mix beneaugurante di fecondità, longevità e fortuna, di cui si trova traccia in numerose leggende.

 Una di queste narra del dio Baldr, figlio di Odino e della dea Frigg, un giovane forte, buono e benvoluto da tutti, ma angosciato da presagi di morte. Sua madre fece quindi giurare al popolo, agli animali, alle piante, ai minerali e agli  elementi di non nuocere a Baldr. Da allora gli dei si divertirono a lanciargli per gioco oggetti e frecce per dimostrarne l’invulnerabilità. Loki, dio del disordine mosso da invidia, si trasformò in ancella di Frigg e con l’inganno seppe  che la dea non aveva fatto giurare il giovane ed inoffensivo vischio. Loki si procurò quindi  un ramo di vischio, ne fece una freccia , la diede a Hoder, fratello cieco di Baldr, e guidò la sua mano per consentirgli di partecipare al gioco e uccidere, a sua insaputa,  Baldr. Frigg pianse amaramente la morte del figlio e le sue lacrime, a contatto col vischio, si trasformarono in perle . Secondo una versione della leggenda, l’amore suo, di tutte le creature e degli dei, escluso il perfido Loki che dopo varie peripezie  fu smascherato,  riportò in vita Baldr.  La dea Frigg  dichiarò sacro il vischio e di qui l’auspicio di  buona fortuna per coloro che, passando sotto i suoi rami, ricordano con un bacio il ritorno alla vita del dio nordico, il trionfo del Bene sul Male.

druidi
Anche per i celti il vischio, che non aveva bisogno di radici in terra, era una pianta sacra . Se cresceva su una quercia poteva dare forza e vigore, rendere  fertili e guarire da ogni male. Nel sesto giorno dopo il solstizio d’inverno solo i druidi, di bianco vestiti , potevano tagliarlo con un falcetto d’oro per adagiarlo su teli bianchi,  dopo avere fatto un sacrificio ai piedi dell’albero. Anche Plinio il Vecchio, naturalista romano del I secolo d. C, in Naturalis Historia  afferma: ”…i druidi non avevano nulla di più sacro del vischio e dell’albero che lo porta, purchè sia una quercia, e che tutto ciò che spunta su quell’albero  è  inviato dal cielo…”

Oggi la tradizione lo privilegia come decorazione natalizia e festoso respingente di  fulmini e di mala sorte.

Finalmente  l’appiccicoso 2013 sta per finire, mi invischio volentieri  in una foresta di vischiosi auguri per un Felice  Anno Nuovo.

Buona fine e buon inizio a tutti !

:)

 


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