PhiNet Solutions ha analizzato circa 50mila fonti del Web italiano, pari all’85% del traffico di rete italiano, nel periodo dalla metà di marzo alla metà di giugno di quest’anno monitorando reputazione in Rete di giornalisti e fonti d’informazione. I risultati, presentati a fine settembre al convegno “Web reputation, come i nuovi media ridisegnano i confini della privacy”, offrono uno spaccato della visibilità e dell’atteggiamento, del sentiment, relativamente ai principali quotidiani del nostro Paese.
Sono stati presi in considerazione oltre 50 quotidiani tra nazionali e locali, ad esclusione delle testate sportive. L’analisi condotta su testate come «La Repubblica» e «Il Corriere della Sera» presenta un margine di errore attorno al 15% a causa della estrema complessità della cosiddetta “disambiguazione” semantica, che concerne l’utilizzo del termine esattamente nel contesto di interesse, e non in altri. L’analisi del sentiment, in quanto composizione percentuale, non risente in maniera significativa di tale problematica.
I dati sulla visibilità dei giornali rispecchiano abbastanza fedelmente quello che è l’andamento rilevato da Audiweb per le versioni online dei quotidiani tradizionali. confermando le differenze dei valori in gioco tra i primi due [Repubblica e Corsera] e gli altri. Viene confermato anche il buon andamento del «Sole24Ore» che beneficia della maggior concentrazione della nuova linea editoriale su quello che è da sempre il focus del quotidiano in questione, nonchè dell’interesse generale verso i temi economico – finanziari che il precipitare della situazione da agosto in poi ha generato anche presso il grande pubblico.
Il grafico di sintesi sottoriportato evidenzia come a fronte di “argomenti caldi” per l’opinione pubblica corrispondano picchi di accesso a determinate testate.
L’analisi del sentiment dei principali quotidiani evidenzia una forte criticità in Rete verso i due giornali del centro - destra, «Libero» e «Il Giornale», che raccolgono il maggior numero di critiche dagli internauti relativamente a contenuti e modalità di porgere delle testate in questione. Un orientamento che era già emerso con chiarezza a fine 2009 dai risultati di un’indagine realizzata da Act Value sulla distribuzione dei commenti positivi e negativi on line per cinque quotidiani della nostra nazione.Emerge una tendeziale neutralità nei confronti delle altre testate ad eccezione di «La Repubblica» che segmenta decisamente l’audience dividendola tra “favorevoli” e “contrari”.
Un tema attualissimo con implicazioni economiche davvero di grande rilevanza per tutte le imprese, anche, del comparto editoriale. L’Istituto Piepoli calcola infatti che l’impatto della web reputation sul PIL italiano sia oggi pari all’1%, e possa raggiungere addirittura il 5% nei prossimi cinque anni diventando così elemento dal quale definitivamente non sarà più possibile prescindere.