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Oggi la rubrica Terre Estreme di occupa di Mongolia, un luogo che io ebbi la fortuna di vivere nel lontano 2000, quando un treno lento mi portava da Pechino a Ulan Bator. Non dimenticherò mai la sensazione che mi ha regalato il Deserto dei Gobi e, per ricordarla in primis a me stessa, ho pensato di intervistare Wanda, grande esperta di Grecia... che ha trovato nella Mongolia la sua terra estrema.
La Mongolia che ho visto io probabilmente, in parte, non esiste più.So che Ulan Bator è cambiata moltissimo negli ultimi anni e sarei curiosa di tornare da quelle parti per "esperienzare", passetemi il verbo, di nuovo quella terra così particolare.
Giovy: Come mai hai scelto la Mongolia?
Wanda: Sognavo la Mongolia da molti anni. E' una terra che riunisce in sè tutti gli elementi che prediligo in un viaggio: grandi spazi a perdita d'occhio, una natura davvero selvaggia e immanente, un popolo fiero ma ospitale e una cultura che secoli fa ha saputo conquistare il mondo conosciuto. Non so come spiegarlo, ma è come se la Mongolia da tempo mi chiamasse a sé!
G: Cosa pensavi di trovare e cosa, invece, hai trovato?
W: Alcune delle cose che mi aspettavo le ho elencate qui sopra. Inoltre, cercavo un viaggio "iniziatico" a contatto con uno stile di vita (quello nomade) che sentivo e sento anche mio. Ho trovato tutto quello che mi aspettavo e anche di più. E' stata davvero la realizzazione di un sogno accarezzato a lungo, forse il più bel viaggio della mia vita. Almeno finora.
G: Cosa bisogna assolutamente sapere per andare da quelle parti?
W: Per fare un viaggio in Mongolia bisogna essere dotati di grande spirito di adattamento. Al di fuori della capitale, nulla assomiglia a quanto conosciamo. La strade per la maggior parte sono solo piste, spesso sconnesse; l'alimentazione è per lo più a base di carne e povera di frutta e verdure; non c'è assistenza medica e, quando non in tenda, si soggiorna in una tipica "gher" in appositi campi attrezzati per turisti, quasi sempre con servizi esterni in comune.Le distanze da percorrere sono enormi e bisogna essere equipaggiati, oltre che in buona salute, per non arrivare a sera esausti. E' bene selezionare con cura l'operatore cui appoggiarsi in loco per il noleggio dei mezzi e dell'autista, perchè il rischio di trovarsi in mano a dilettanti è alto. Infatti, per arrotondare le scarse entrate, molti mongoli si improvvisano "agenti di viaggio", spesso senza sapere nemmeno l'inglese e con mezzi poco sicuri, In una parola, è meglio non improvvisare, affidandosi al simpatico autista locale solo perchè, appunto, è simpatico. Scegliete un'agenzia fra quelle riconosciute dal governo, oppure anche in Italia vi sono operatori molto esperti su questa destinazione.Infine, la Mongolia è immensa: a meno che non si possa restare in viaggio per mesi, consiglio di individuare una/due aree da esplorare, calibrando bene i tempi di percorrenza giornalieri, che sono estesi rispetto alle distanze.
G: A chi consiglieresti il viaggio e a chi lo sconsiglieresti?
W: Consiglio il viaggio a persone avventurose e comunque in buona salute, gruppi di amici sportivi, viaggiatori "spartani" che non cercano le comodità ma la bellezza, una ambiente naturale unico e un contatto ancora autentico con la popolazione. Lo sconsiglio invece a famiglie con bambini, a turisti "da villaggio" e a vegetariani! Viaggiare in Mongolia da backpaper solitari è difficile, se non sconsigliabile, ma non perchè sia pericoloso. E' solo molto complesso e faticoso.
G: Raccontaci un momento che non potrai dimenticare
W: Posso raccontarne due? Il primo è stato quando ho assistito all'eclisse solare totale, che si svolgeva in una zona ancor più selvaggia dei Monti Altai, al confine sud-ovest con la Cina; partecipare ad un fenomeno naturale grandioso in una cornice naturale talmente unica, mi ha proiettato all'alba del mondo. Il secondo momento è stato quando, aprendo la portiera della jeep per una sosta in mezzo al nulla, sono stata investita dal profumo della steppa mongola, un potente mix di fiori ed erbe aromatiche, così forte da stordire.Ma ce ne sarebbero molti altri di momenti indimenticabili, come il fatto di fare colazione all'aperto sotto il volo dei falchi.
Ringraziamo Wanda per averci raccontato la sua avventura in Mongolia e, come sempre, ecco una gallery con alcune foto del suo viaggio tra le steppe mongole.
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