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Visotonic autolifting muscolare del viso. Capitolo III in anteprima.

Creato il 14 gennaio 2013 da Loredana De Michelis @loridemi
Visotonic autolifting muscolare del viso. Capitolo III in anteprima.
Questo libro è in vendita in formato cartaceo, ordinabile presso tutte le librerie e presso tutti gli store in internet. E' scaricabile in formato digitale (e-book) su Amazon

Lezione III
Invecchiamento e stress
Alcune persone non hanno chiaro cosa è cambiato nel loro aspetto col passare degli anni, e nel vedersi più brutte di prima se la prendono con dettagli minimi, come le rughe, non accorgendosi dell’aspetto d’insieme, che di solito ha assunto contorni ben più gravi.
Sicuramente il nostro corpo invecchiando modifica certe attività: c'è un graduale rallentamento del rinnovo cellulare, che dal punto di vista estetico si traduce in una pelle più asfittica e meno splendente; vale a dire che se quando avevamo tre anni le cellule della pelle si davano il cambio velocemente, col tempo, considerando il posto di lavoro sicuro, hanno cominciato a rallentare il ritmo sempre di più, in attesa dell'età pensionabile. Ricambio più lento, pelle meno fresca.
Poi c'è l'atrofia degli strati elastici e di sostegno della pelle: la produzione di sostanze elastiche gradualmente diminuisce e l'elastico… si allenta.
Come se non bastasse, la pelle perde di spessore, lo strato di grasso sottocutaneo che dava quell’aria paffutella si sposta altrove, di solito dove non lo vorremmo mai, e cala anche il volume dei muscoli del viso, che vengono usati poco e male.
Col tempo viene quindi meno “l’imbottitura”, di grasso, acqua e muscoli, che riempie il viso e ne tiene la pelle tesa. Una volta che vengono a mancare l'imbottitura e il sostegno sottostanti, la pelle si affloscia e il tutto comincia a spenzolare verso il basso assumendo il cosiddetto aspetto “a candela sciolta”, termine impressionante ma che rende bene il concetto.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci si mettono borse, gonfiori, avvallamenti e pelle spenta, che compaiono prima ancora delle rughe e che annunciano anche un calo di efficienza della circolazione, sanguigna e linfatica, soprattutto a livello periferico.
A questo punto del disastro, osservando il fenomeno dal punto di vista strettamente scientifico, si può ragionevolmente affermare che il viso invecchia perché il tempo passa. E noi siamo un esperimento biologico estremamente riuscito, e quello che chiamiamo invecchiamento non è altro che una delle tante fasi di modifica del nostro corpo, che non sta fermo da quando siamo nati.
Questo conferisce una sfumatura di filosofica consolazione, ma conferma la condanna: se invecchiare è biologico vuol dire che è naturale e che capita a tutti, quindi inutile agitarsi.
Però, siccome la teoria è una cosa, ma la realtà dei fatti è che alcuni scienziati perdono i capelli mentre certi loro amici coetanei sembrano conservarsi meglio, ecco che spuntano innumerevoli noticine a completamento dell’ineccepibile teoria: invecchiare è normale, chi dice il contrario, ma come si invecchia è una questione ereditaria, ma anche soggettiva, dipende da fattori esterni, dalle condizioni di vita e da una quantità di altre variabili.
Radiazioni solari di diversa lunghezza si ritrovano affiancate nella lista nera a fegati e intestini diversamente funzionanti, ormoni vaganti, e alla solita vecchia coppia che come il prezzemolo non può mai mancare: il fattore psicologico e lo stress.
Che cosa intendano molti scienziati per “fattore psicologico” non è dato sapere: possiamo presumere che si tratti di un fattore K determinato da un equazione la cui risultante è X, cioè incognita.
L’aspetto interessante del fattore psicologico K è che mette una pezza alle teorie universali che presentano parecchie irritanti eccezioni.
La spiegazione di cosa si intenda per stress è più rassicurante: tutti sanno che quando si è nervosi il corpo si mette a funzionare peggio del solito sotto tutti gli aspetti, anche quelli più squisitamente fisiologici, vedi circolazione, respirazione e digestione. Essere nervosi significa sottrarre energie al funzionamento ottimale del nostro corpo, che si deve arrangiare come può, affannandosi ad affrontare sempre situazioni di emergenza. Non ha tempo per riparazioni e ricambi adeguati e quindi invecchia più in fretta. Lapalissiano.
Lo stress, che è anche una naturale e biologica risposta alle avventure quotidiane, andrebbe evitato perché a lungo andare disturba il funzionamento di tutti gli organi, ma alla domanda “ e come si fa?” non sono ancora pervenute risposte che abbiano convinto la plebe. Resta il fatto che a molti lo stress piace perché fa sentire più carichi, per altri risulta inevitabile e ad altri ancora non risulta proprio, perché non si rendono conto di essere stressati: difficile avvertire l’ossidazione di una cellula a causa dell’azione dello stress e anche il fegato può dare segnali solo quando è troppo tardi.
L’unica manifestazione rilevabile in tempo reale e quasi sempre presente dello stress coinvolge muscoli e circolazione: i muscoli si fanno tesi e il sangue viene sottratto alle zone periferiche del corpo. Tra queste ci sono le mani, i piedi e la pelle della testa.
Una situazione di stress prolungato fa diventare il viso pallido e tirato, altera la respirazione, velocizza e amplifica le magagne dell’invecchiamento. I muscoli delle mascelle, dello scalpo, assieme a quelli di collo e spalle, si contraggono in un atteggiamento di attacco o di difesa che diventano inconsapevoli abitudini e che privano questi muscoli della possibilità di ricevere sangue e ossigeno a sufficienza, di rilassarsi, di funzionare davvero o di svilupparsi. Possono soltanto diventare dolenti e limitare i movimenti, innescando così una spirale maligna ben nota a chi soffre di cefalee miotensive e torcicollo cronico.
Spesso lo stressato invecchia di botto, non si piace più, e scambia il sintomo per la causa, ritenendo di essere stressato perché soffre di rigidità e tensioni fisiche varie. Siccome il fenomeno è comune, lo stressato trova sempre qualche persona saggia che gli suggerisce un po’ di esercizio o qualche massaggio per “sciogliere” i muscoli indolenziti e ristabilire la circolazione. Al suggerimento però manca un dettaglio: il massaggio può scaldare e rilassare il muscolo, ma il suo proprietario non impara a rilassarlo autonomamente e non appena si alza dal lettino riprende le sue rigide e inconsapevoli abitudini ritrovandosi punto e a capo in breve tempo.
Anche “un po’ di movimento” non va bene: l’esercizio di un muscolo contratto è doloroso, ma soprattutto tendenzialmente impossibile; dico tendenzialmente, perché il cervello, non appena avverte il disagio, tende a scaricare il lavoro sulla muscolatura circostante, che di solito tende ad irrigidirsi a sua volta portando al peggioramento del sintomo.
L’ideale sarebbe massaggiare con perizia il muscolo prima ed esercitarlo con grande sapienza dopo, ma è cosa che non vedo accadere spesso.
Borse, occhiaie, pelle stanca e collo rigido però si potrebbero in parte evitare con un gesto insolito e apparentemente banale: il massaggio prolungato delle orecchie. Neanche questo è molto popolare, a meno di non abitare in certe zone della Cina. Eppure, oltre ad essere un trattamento di bellezza a sé stante, può diventare miracolosamente terapeutico per molti, se fatto con regolarità.
Le orecchie stanno al centro di molte cose, almeno secondo la medicina cinese. Di sicuro sono molto irrorate, sono collegate a diversi muscoli facciali e si trovano sopra un gruppo di linfonodi la cui funzione è anche quella di drenare e filtrare i fluidi che arrivano dai tessuti del viso.
Il massaggio delle orecchie riscalda la muscolatura del viso, porta più ossigeno alla pelle che diventa più luminosa, più ricettiva, più tonica; stimola le funzioni di ricambio e drenaggio. Insomma riattiva la circolazione nello scalpo e molte altre funzioni che col passare del tempo tenderebbero a farsi più lente e meno efficaci. Spesso la sensazione di piacevole calore data da questo massaggio si estende a tutto il corpo, in particolare alla zona della nuca e alla parte posteriore del collo, segno che la muscolatura solitamente incriccata di quell’area si sta rilassando. Per questo motivo il massaggio delle orecchie può miracolosamente attenuare e prevenire torcicollo, certi tipi di mal di testa e ridurre borse e occhiaie, che non vanno via col cucchiaino freddo appoggiato e che impedisce ulteriormente la circolazione, ma grazie alla riattivazione della stessa e al drenaggio che comporta.
La sensazione dopo il massaggio è meravigliosa: provare per credere.
Esercizio 1: massaggio delle orecchie e riscaldamento
Senza stringere le mascelle: il collo deve essere disteso e la testa eretta, viso rilassato. Si può fare da seduti o sdraiati. Sfregare le mani l’una contro l’altra, per scaldarle e prepararle al massaggio.
Massaggiare le orecchie tra il pollice e la parte laterale della nocca dell’indice, con movimenti circolari, partendo dall'alto, scendendo verso il lobo e viceversa. Massaggiare anche la pelle intorno alle orecchie. Lo scopo di questo massaggio è di aumentare l’irrorazione sanguigna delle orecchie facendole arrossare leggermente. Una volta che le orecchie sono calde, continuate il massaggio fino a sentire che il calore si diffonde lungo le guance verso la bocca. Quando il calore, scendendo lungo le guance arriva al labbro superiore, interrompete e guardatevi allo specchio: un colore rosato si è diffuso sugli zigomi, donando un colorito meno asfittico e decisamente naturale. Questa vasodilatazione solitamente permane a lungo, a volte quasi tutta la giornata. (figura 8)
Visotonic autolifting muscolare del viso. Capitolo III in anteprima.
Il “comportamento circolatorio” di ciascuno è molto diverso: ci sono persone che hanno sempre le orecchie e le gote arrossate, mentre altre hanno perlopiù un aspetto pallido ed esangue. Mentre per alcuni soggetti l’arrossamento e il riscaldamento delle orecchie può essere immediato e persino diventare eccessivo e fastidioso, per altri può richiedere alcuni minuti. Per i casi disperati, quelli che per prendere un po’ di colore si devono massaggiare a lungo, c’è una buona notizia: un allenamento costante “insegna” al sistema nervoso una reazione più veloce, quindi col tempo si otterranno un arrossamento e riscaldamento più rapidi. Se insistere sulle orecchie diventa fastidioso si può estendere il massaggio a tutto lo scalpo, tornando sulle orecchie a intervalli.
Quando un signore cinese molto flemmatico mi fece questo massaggio per la prima volta, mi accorsi solo più tardi che era durato oltre un’ora: con il viso irriconoscibile, i tratti distesi e una sensazione di assoluta leggerezza ritornai al mondo in uno stato di grazia che mi accompagnò per tutta la giornata successiva.
Anche se non c’è un massaggiatore cinese sempre a disposizione e la posizione delle braccia non è molto riposante, gli effetti di questo massaggio sono insostituibili dal punto di vista estetico; dal punto di vista del Signor Stress è difficile fare ipotesi: in un’intervista da lui rilasciata affermava di considerare il massaggio delle orecchie come una fastidiosa quanto pericolosa incrinatura delle sua granitiche giornate.
Finita questa lezione, sarebbe bene mettere giù il libro e fare pratica per i prossimi giorni. Non dovreste andare oltre fino a che non siete diventati esperti del massaggio delle orecchie. Per esperti intendo che dovete essere in grado di gestire perfettamente il massaggio, renderlo il più piacevole ed efficace possibile e controllare quanto tempo ci mettete, in quale modo il sangue affluisce alle guance, quali sono i momenti della giornata in cui questo massaggio risulta più piacevole o riesce meglio (non è detto che le due cose coincidano).
Grazie alla sperimentazione diretta potreste anche scoprire cose che non vi ho detto o che non so neppure io: questo significa apprendere veramente qualcosa e diventare maestri.
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