Visto in aereo, in lingua originale.
Come dice il titolo, la vita di Pi, ragazzo indiano costretto a lasciare la terra natale dalla famiglia, naufragato in mezzo all'oceano e rimasto a vagare su una scialuppa con una tigre per giorni.
Che dire… un film che è una fiaba e che se volesse limitarsi ad essere un film per ragazzi potrebbe essere uno dei migliori mai girati… purtroppo l’impressione è che voglia essere di più, che il discorso sul racconto e sul raccontare (ampiamente trattato allo stesso livello, anche se in maniera altrettanto sfacciata, in “Big fish”) voglia sembrare più profondo di quanto non sia in questo caso.
Detto ciò la componente estetica è incredibile. Io l’ho visto su uno schermo minuscolo di discutibile qualità eppure mi ha colpito moltissimo (non oso immaginare che cosa doveva essere al cinema). Una cura tecnica in ogni scena dopo quelle del naufragio, una ricerca insistita del bello ad ogni livello che è comunque encomiabile. Ang Lee poi non si limita a questo, non si limita alla creazione di un mondo onirico quasi paradisiaco anche nelle disgrazie, ma cerca di legarlo con le sequenze del mondo “reale” che lo attorniano con delle sovraimpressioni, delle dissolvenze parziali ed altri accorgimenti che lo rendono (a livello estetico) ancor più godibile.In sostanza, secondo me è un mezzo fallimento bellissimo da guardare.