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Vitriol

Creato il 12 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Vitriol

Anno: 2012

Distribuzione: SMC

Durata: 80’

Genere: Mistery

Nazionalità:Italia

Regia: Francesco Afro De Falco

 

Un cast composto completamente da giovani lancia la sua “provocazione” cinematografica, inaugurando un genere del tutto nuovo nel panorama del cinema nostrano. Il regista De Falco e lo sceneggiatore Mazzitelli, a riguardo, hanno spiegato di voler creare con questa sperimentazione un precedente che possa dare inizio ad un percorso. Percorso che potrà svilupparsi in un sequel, in una miniserie, insomma in un filone improntato sul tema dell’esoterismo.

Il film infatti si basa sul ritrovamento da parte di Lola (Roberta Astuti) e Davide (Yuri Napoli) di un oggetto fuori dal comune, durante una ricerca da parte della giovane sulle correlazioni tra gli edifici della Napoli ottocentesca e la simbologia massonica, per la sua tesi di laurea. A quel rinvenimento seguirà così una concatenazione di scoperte su un antico ordine esoterico, l’Ordine Osirideo Egizio, che raccoglieva tra i suoi membri gli esponenti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia partenopea di quell’epoca.

La scoperta e la ricerca diventano allora un pretesto per portare lo spettatore a visitare e conoscere aspetti e luoghi poco noti di quelle splendide location che sono Portici, Torre Annunziata, Ercolano e Napoli, in particolare nei loro cimiteri monumentali e nella Cappella del Principe di San Severo, ove si può ammirare un’opera d’arte realizzata da quest’ultimo e divenuta uno dei beni artistici più intriganti del patrimonio italiano. Il regista ha voluto puntualizzare difatti come sia stata intenzione sua e del cast intero, mostrare quella Napoli «Culla delle cerimonie e dei riti di un tempo vicino, che ha visto scemare l’attenzione della sua gente per queste tipologie di esercizi solo nell’ultimo secolo del secondo millennio. A nostro modo è sembrato giusto [...] rispolverare i miti del fiume Sebeto, la teoria della Terra Cava, gli scritti di Giustiniano Lebano e di Lytton, le figure di Giuliano Kremmerz e dell’inglese Blavantsky, fino ad arrivare [...] al Cristo Velato ed il suo autore, il Principe di San Severo».

Infine fa piacere notare come, per dare maggior carattere e particolarità alla pellicola, si sia utilizzato un escamotage di inserire il tutto all’interno di un documentario fittizio, attraverso riprese in handy-cam ed audio in presa diretta, orientando lo spettatore su tre livelli narrativi di comunicazione. Il primo puramente filmico, il secondo in cui la realtà inizia a scalzare la finzione ed il terzo offerto da riprese amatoriali vere e proprie di un precedente documentario in modo da portare lo spettatore a contatto con la verità, espressa anche da una mancata ricerca di metrica e delle leggi di ripresa filmica. 

Il film supera perciò le aspettative che la produzione ed il regista si erano posti, entrando quasi in punta di piedi nella sala che alla fine della proiezione invece avrebbe espresso una certa approvazione e soddisfazione. L’augurio è quindi che l’idea del filone possa davvero realizzarsi, portando in maniera concreta nel panorama cinematografico italiano un genere tutto nuovo.

Pier Paolo Corsi

 


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