In ricordo di Placido Rizzotto
In Sicilia non si smette mai di parlare di mafia, o quantomeno, non si dovrebbe smettere mai di farlo; non se ne può parlare solo in concomitanza di omicidi o di anniversari di eventi criminosi, ogni luogo statale dovrebbe essere avamposto di legalità, dalle scuole alle associazioni, oratori, fondazioni e quant’altro. Oggi, bellimbusto, ha deciso di parlare di Placido Rizzotto, ennesima vittima di mafia anche se lui può essere definito, tristemente, uno dei precursori di questi sanguinosi eventi. La sua uccisione risale al 10 Marzo 1948, a Corleone anche se i suoi resti sono stati ritrovati solo qualche anno fa, e da ancora meno tempo è stato stabilito che siano realmente suoi, grazie all’esame del dna, per cui, a distanza di 64 anni, saranno finalmente celebrati i funerali.
Placido Rizzotto ha pagato con la vita la sua ribellione al sistema mafioso, appoggiando le lotte dei movimenti contadini a favore dell’occupazione delle terre, oltre che rivestire importanti ruoli politici e sindacali; ed è proprio una definizione recente sui sindacalisti, fatta da Maurizio Landini, che mi sento di associare a Placido Rizzotto: ”Il sindacalista non è un mestiere: devi volere bene alle persone che rappresenti“, e penso che Rizzotto voleva bene ai contadini che difendeva, visto che per questo è stato ucciso. Purtroppo, a pagare con la vita, è stato anche Giuseppe Letizia, giovane pastore reo di aver assistito all’efferato omicidio, ordinato da Luciano Liggio ed eseguito da due malavitosi, assolti poi per insufficienza di prove, anche se in un primo tempo, le indagini assegnate a Carlo Alberto Dalla Chiesa, avevano portato all’arresto degli esecutori.
In memoria di Placido Rizzotto, nel 2000, il regista Pasquale Scimeca ha realizzato un omonimo film, molto bello, mentre giorno 24 Maggio, a Corleone, saranno celebrati i funerali di Stato.
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