Vittime di violenza. stato permettendo.

Creato il 18 dicembre 2014 da Barbaragiorgi @gattabarbara

Ho letto che il Governo ha intenzione di fare cose meravigliose per la lotta alla violenza di genere. Esattamente, il Dipartimento delle Pari Opportunità ha stabilito la possibilità di una CONSULTAZIONE PUBBLICA per il PIANO STRAORDINARIO CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE E DI GENERE.

http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/primo-piano/2562-piano-dazione-straordinario-contro-la-violenza-sessuale-e-di-genere

Praticamente, si possono esprimere opinioni sulle misure proposte nella consultazione.

Poi però leggo anche che lo stesso Governo (medesimo tale e quale), depenalizza i c.d. reati minori, tra cui: stalking, minaccia, percosse e lesioni personali “semplici”, violenza privata.

http://www.dols.it/2014/12/16/addio-anche-al-reato-di-stalking/

Fatemi capire: bastone e carota? E’ così che ci trattano? Da una parte ci fanno sperare, dall’altro ci tolgono la speranza? Oltretutto, leggo anche che le referenti dei Centri antiviolenza hanno lasciato il tavolo di discussione del Piano straordinario. Quindi non è una gran bella speranza. Per niente.

Ciò detto. Ma questo minestrone, “metto e tolgo”, un pizzico di zucchero e un po’ di fiele… a cosa serve?

No, perché i progetti fumosi di certa politica ormai li fiutiamo più che bene. E siamo stanche. E siamo stufe. Di essere prese in giro, di essere usate per propaganda, di fare i kleenex. Di essere considerate stupide. Perché non lo siamo, per niente.

Non oso immaginare come potrà sentirsi una donna vittima di minacce o stalking o forme di violenza non evidenti-eclatanti, nel momento in cui non potrà fare nulla per tutelarsi.

Già ora, in molte, mi dicono: “ma tanto la denuncia non serve a niente”. Ecco. Ora l’impossibilità di presentare denuncia servirà invece ad incentivare un certo tipo di violenza, quella ritenuta “minore”, più sottile, più subdola.

Quella violenza che non ti fa a pezzi le costole, che non ti rompe il setto nasale, che non ti fa sanguinare i polmoni, che non ti spacca incisivi e canini.

Quella violenza che non ti taglia la gola, che non ti soffoca in un sacchetto di plastica, che non ti buca la testa con un colpo di pistola o fucile.

Quella violenza fatta “ad arte”.

Quella violenza fatta di pedinamenti, telefonate, parole minacciose e di “percosse e lesioni semplici”.

Quella vince.

Cioè: se qualcuno ci offende o picchia o perseguita, tutto fatto in modo soft-lieve-semplice-accettabile, sono cavoli nostri.

Bravi. Bella mossa. Un colpo da maestro.

Del resto, è solo il gesto finale della “piramide della violenza” che fa scalpore (leggasi femminicidio): semina panico collettivo, disgusto a pranzo durante il tiggì, disapprovazione sociale. Tutto il resto (o almeno ciò che è reputato di “lieve entità”) passa inosservato, silente, non osservabile-criticabile sulla pubblica piazza.

Quindi, ecco il colpo da maestro: si tutelano le “vittime di violenza” solo in determinati ambiti e tutto il resto si depenalizza per abbattere costi e problemi.

Come sempre, si è spostato il centro dell’attenzione  e dell’interesse: la “vittima” è vittima  solo quando lo stabilisce lo Stato. Se vuole lo Stato.

E ora –  noi DONNE –  che intenzioni abbiamo?

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