Vittoria Puccini è L’Oriana
Vittoria Puccini veste i panni della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci nel film di Marco Turco intitolato L’Oriana, in onda su Rai1 lunedì 16 e martedì 17 febbraio. “Una donna dal carattere difficile, che amava provocare, che non aveva paura del conflitto e soprattutto che portava avanti le sue idee anche quando queste contrastavano con l’opinione del resto del mondo. Una donna amata e odiata con egual passione” spiega il regista Marco Turco.
La protagonista Vittoria Puccini, fiorentina come l’Oriana, racconta a Sorrisi la sua prima reazione alla proposta di interpretare la controversa giornalista: “Timore. Siamo molto diverse: lei aveva una ruvidezza e una durezza di carattere che a me non appartiene. D’altronde se all’inizio non c’è timore, ha poco senso accettare un ruolo: è giusto che ci sia perché vuol dire che stai affrontando qualcosa di nuovo che ti farà crescere. E poi sapevo che sarebbe stato affascinante raccontare la storia umana e professionale di questa donna straordinaria. Da quando, giovanissima, si unì alla Resistenza, fino alla lotta con la malattia. In mezzo, il suo instancabile lavoro di scrittrice e di giornalista in prima linea. Senza dimenticare i suoi due grandi amori, il dissidente greco Alekos Panagulis e il collega francese François Pelou”. L’attrice racconta anche la propria esperienza in Vietnam, dove sono state girate alcune scene della miniserie: “Un’esperienza pazzesca. Un grande sforzo che ci ha ripagato in termini di realismo delle scene. Abbiamo girato a Ho Chi Minh City, la vecchia Saigon, con 45 gradi e un’umidità altissima. È una città caotica, con un traffico incredibile. In quel caos, il regista Marco Turco è stato eroico. Abbiamo anche girato all’Hotel Continental, dove alloggiava Oriana durante la guerra”. Inoltre Vittoria Puccini spiega che è stato “inquietante” girare con un elmetto e la tuta mimetica: “Ho percepito tutto il peso di quella divisa: ti senti subito nella dimensione della guerra, in costante contatto con la morte. E lo dico con rispetto verso chi la guerra l’ha vissuta per davvero”.
Di seguito la presentazione del film (fonte Ufficio Stampa Rai):
La storia parte da uno dei suoi ultimi ritorni in Italia in cui Oriana decide di rimettere ordine tra i materiali giornalistici e fotografici stratificatisi per anni nell’antica casa di famiglia, in piena campagna toscana. Per farlo si rivolge all’università di Firenze, che le manda una aspirante giornalista, di nome Lisa, piena di buona volontà ma di nessuna competenza specifica, che accetta di fare il lavoro solo per avere la possibilità di conoscere quella che rappresenta per lei un vero mito. All’interno di questo confronto tra donne di due generazioni così lontane e di opposto temperamento, si snoda – tappa dopo tappa – il racconto e insieme la riflessione sull’essere giornalista di una delle più famose reporter del mondo. Poi, inizia il racconto della sua vita avventurosa: gli anni del fascismo, l’assunzione a L’Europeo, il più importante magazine italiano dell’epoca, il giro del mondo per scrivere di donne, la guerra in Vietnam. Nell’agosto 1973 Oriana conosce Alekos Panagulis, simbolo della resistenza contro il regime dei Colonnelli in Grecia . Si incontrano il giorno in cui lui esce dal carcere: si innamorano, diventano inseparabili. Sono giorni d’amore, e poi di dolore. Oriana vive il dramma dell’aborto, che poi decide di raccontare attraverso un monologo che diventerà un grande successo editoriale: Lettera a un bambino mai nato. Poi, di colpo, nel giro di pochi mesi, l’idillio si rompe. Alekos muore in un incidente stradale. La disperazione, il dolore, il pianto, si riversano nella scrittura di Un uomo. Tra le tante grandi interviste ai potenti della Terra, la più rocambolesca e incredibilmente avventurosa è quella a Khomeini. Nel corso di un confronto-scontro, Oriana trova il coraggio di una sfida impensabile: si toglie davanti al padre della rivoluzione islamica il chador che era stata costretta ad indossare. Poi, con una accelerazione tra le più clamorose della sua esistenza, decide di dire addio a quotidiani e settimanali e si ritira a New York a scrivere il racconto della sua vita e della sua famiglia. Dopo tante guerre, cerca la pace. La tranquillità viene interrotta una mattina del 2001: l’11 settembre. E anche la vita privata di Oriana è sconvolta: ha da poco scoperto di avere un tumore ai polmoni. Lo chiama “L’Alieno”. La sua battaglia diventa quella per resistere al Male, e – insieme – quella contro il terrorismo, l’estremismo, il fanatismo religioso. È tempo di tornare in pubblico al giornalismo d’assalto. Ma è anche il tempo di una riflessione su quanto l’Oriana adulta, con il suo ‘fondamentalismo laico’, appaia in contrasto con la giovane ragazza fiorentina curiosa del mondo e aperta a confrontarsi anche con le culture più lontane da lei.