Igiaba Scego
La campagna lanciata da Igiaba Scego su Change.org per chiedere a Zingaretti di adottare una soluzione per rimuovere il sacrario militare alla memoria di Rodolfo Graziani, gerarca iscritto nella lista dei criminali di guerra dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra, ha raggiunto il suo obiettivo: a pochi giorni dal lancio della petizione e dopo oltre 13.000 adesioni, oggi Zingaretti ha annunciato lo stop al sacrario.
Ecco le parole di Igiaba:
"In un momento così difficile della storia repubblicana hai dato con la tua firma, con il tuo crederci fino in fondo, un segnale importante al paese. E tutti insieme abbiamo evitato che la nostra bella Italia diventasse lo zimbello del mondo.
Io (come te del resto) mi sono sentita male per quel quel monumento dedicato al gerarca fascista. Non potevo tollerare un affronto simile alla mia regione, al mio paese e alla Costituzione Repubblicana. E dall'inaugurazione di questa oscenità che stavo male e che mi impegnavo in iniziative su iniziative per l'abbattimento del medesimo o riconversione. Poi un giorno ho lanciato questa petizione sulla piattaforma Change.org e subito una battaglia di pochi si è trasformata nella battaglia del paese.
Ora la mia speranza è che questa vittoria possa far scattare qualcosa di bello e positivo nel nostro paese."
le "grandi opere" di Graziani
La lettera che Igiaba ha scritto a Nicola Zingaretti:
Dear President Nicola Zingaretti,My name is Igiaba Scego, I am a writer, born in Italy, daughter of Somali people.I am one of the so-called "second generation". A woman who proudly feel herself both Somali, Italian, Roman.I am writing to you because on the 11th of August 2012, in Affile, a small town in the province of Rome, it was inaugurated a monument in honour of the fascist Rodolfo Graziani. The monument was built with a loan of 130 thousand euro from the Lazio region, a fund originally intended to finance the Radimonte park.Rodolfo Graziani, as you know, was one of the most ferocious commander that fascism has ever had. He was found guilty of war crimes in Cyrenaica and Ethiopia; the massacre of deacons in Debra Libanos and the use of prohibited gas during the colonial war of '36 are just two of those massacres that can be mentioned.After the end of World War II, the emperor of Ethiopia, Haile Selassie, firmly asked for Rodolfo Graziani to be included in the list of war criminals. The Commission of the United Nations War Crimes placed him at the first place in that list.The monument to Rodolfo Graziani is therefore a tragic paradox, a stain on our democracy, an insult to our constitution born from the struggle against fascism.In the recent days, the neoparlamentari Kyenge, Ghizzoni and Beni filed an interpellation to address this problem to the Government.I am somehow trying to be with them, by asking to you, Mr President Zingaretti, a real commitment against this monument of shame. I am not only asking for words but for a real commitment (demolition and / or conversion of the monument) that can let the sun of democracy to shine again in Italy, approaching the 68th anniversary of the April 25.My grandfather had to translate Graziani's crimes, he was a colonial victim, and had to translate the horror, against his will. Today in 2013, his niece, has another destiny. For me and for all I am asking to you a serious commitment on this crucial issue of democracy.
*****
Caro Presidente Nicola Zingaretti, mi chiamo Igiaba Scego, sono una scrittrice, figlia di somali e nata in Italia. Sono una della cosiddetta seconda generazione. Una donna che si sente orgogliosamente somala, italiana, romana e mogadisciana.Le scrivo perchè l'11 Agosto 2012 ad Affile, un piccolo comune in provincia di Roma, è stato inaugurato un “sacrario” militare al gerarca fascista Rodolfo Graziani. Il monumento è stato costruito con un finanziamento di 130mila euro erogati della Regione Lazio ed originariamente diretti ad un fondo per il completamento del parco di Radimonte.
Rodolfo Graziani, come sa, fu tra i più feroci gerarchi che il fascismo abbia mai avuto. Si macchiò di crimini di guerra inenarrabili in Cirenaica ed Etiopia; basta ricordare la strage di diaconi di Debra Libanos e l'uso indiscriminato durante la guerra coloniale del '36 di gas proibiti dalle convenzioni internazionali.
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, l'imperatore d'Etiopia Hailè Selassié, chiese a gran voce che Rodolfo Graziani fosse inserito nella lista dei criminali di guerra. La Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra lo collocò naturalmente al primo posto.
Il monumento a Rodolfo Graziani è quindi un paradosso tragico, una macchia per la nostra democrazia, un'offesa per la nostra Costituzione nata dalla lotta antifascista.
In questi ultimi giorni, i neoparlamentari Kyenge, Ghizzoni e Beni hanno depositato un'interpellanza affinché il Governo si pronunci sulla questione di Affile.
Io in qualche modo legandomi alla loro iniziativa chiedo a lei, Presidente Zingaretti un impegno concreto contro questo monumento della vergogna. Non solo parole, ma fatti (demolizione e/o riconversione del monumento) che possano far risplendere un sole di democrazia in questa Italia che si sta avviando a celebrare il 68° anniversario del 25 Aprile.
Mio nonno è stato interprete di Rodolfo Graziani negli anni '30. Ha dovuto tradurre quei crimini e io da nipote non ho mai vissuto bene questa eredità. Mio nonno era suddito coloniale, subalterno, costretto a tradurre, suo malgrado, l'orrore. Oggi nel 2013 io, sua nipote, ho un altro destino per fortuna. Per me e per tutt* le chiedo un impegno serio su questa questione cruciale di democrazia. **************************************
la seconda vittoria, non meno importante, è stata questa petizione...
Messa al bando dei pesticidi neonicotinoidi per salvare le api
al
commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori
Tonio BORG
Portavoce della Commissione Europea
Frederic VINCENT
Parlamento Europeo
ENVI - Comitato Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare
Ministro della Salute
Renato Balduzzi
Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
Mario Catania
Ministro dell'Ambiente
Corrado Clini
Aprile 2013
Vittoria
Ce l'abbiamo fatta! L'unione degli apicoltori, gli ambientalisti e migliaia di cittadini europei hanno convinto la maggioranza degli Stati membri dell'Unione europea a sostenere il progetto della Commissione europea di vietare i tre pesticidi letali per le api.
Grazie alla pressione popolare, 15 paesi, nonostante la loro iniziale riluttanza, hanno sostenuto la proposta della Commissione nella riunione del 30 aprile.
La Commissione aveva proposto che la misura entrasse in vigore all'inizio di luglio, ma poi ha accettato ritardarla al primo dicembre per consentire agli agricoltori di adattarsi.
La Commissione europea aveva basato la sua proposta su un rapporto riguardo ai neonicotinoidi commissionato dall'Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA). I risultati del rapporto, che sono stati rilasciati nel mese di gennaio, avevano mostrato che tre sostanze usate in agricoltura (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam) rappresentano un grande rischio per le api, e avevano raccomandato di limitarne l' uso.
“ Gli apicoltori italiani festeggiano lo stop, seppur parziale e per soli due anni, alla possibilità d’uso dei tre insetticidi sistemici più utilizzati al mondo e nocivi non solo per le api ma sull’insieme del vivente. La decisione UE è una prima importante risposta a fronte di evidenze scientifiche oramai inconfutabili Le api, infatti, sono campanello d’allarme dell’ enorme perdita di biodiversità nelle nostre campagne per l’uso di una chimica sempre più potente, che contamina: suoli, acque e atmosfera. Basti ricordare il recente studio di ABC, l’autorevole Lipu degli USA, che indica gli insetticidi quale prima causa del crollo delle popolazioni di uccelli nell’America del nord. E in effetti negli USA dove sono trattati con questi pesticidi circa il 50% dei semi coltivati nell’inverno 2013 è sopravvissuta solo la metà degli alveari!
Incomprensibile e ingiustificabile la posizione dell’Italia - dove di fatto dal 2008 tale stop parziale è già operativo e dove ha già evidenziato effetti più che positivi - che si è schierata contro l’orientamento comunitario e della maggioranza dei paesi.
L’influenza degli interessi delle Sei Sorelle che dominano il mercato mondiale dell’ agricoltura/chimica è enorme. Solo l’attiva vigilanza d’opinione pubblica potrà ora ottenere la prosecuzione degli accertamenti scientifici che evidenzino tutte le conseguenze inaccettabili dello spandimento chimico in agricoltura.
Api e apicoltori ringraziano di cuore tutti coloro che si sono attivati per la loro sopravvivenza e per … quella delle generazioni future…umane!"
Francesco Panella, Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani