Il 21 settembre del 2009 venivo informato che Vittorio era riuscito a passare il confine di Gaza e si trovava quasi certamente in Egitto. Lo avevo cercato per concordare una sua presenza on-line da Gaza: una sua testimonianza in diretta dell’esperienza “Piombo fuso”. Dopo un breve periodo di riposo, concordai una data, che avrebbe consentito non una presenza on line, ma diretta, di Vittorio a Genova. Il 20 novembre ero ad attenderlo alla stazione, un ritardo sul programma, ci avrebbe fatto saltare il primo appuntamento in piazza Alimonda dove tutti i 20 del mese Giuliano Giuliani, padre di Carlo è presente da quasi 10 anni. Nell’attraversare la città in macchina conversammo al di fuori dei formalismi, scherzammo su una mia disavventura automobilistica, ci confrontammo sulle problematiche genovesi nei confronti del problema palestinese e riuscimmo pure a trovarci in disaccordo su alcuni tipi di soluzioni di resistenza palestinese nei confronti di Israele. Al circolo ARCI “lo Zenzero” oltre alle persone che partecipavano all’incontro con Arrigoni, altri operatori, di altre organizzazioni umanitarie, ne approfittarono per ritrovarsi con Vittorio. Circa due ore di immagini, le angherie dell’esercito israeliano, la difficoltà a sopravvivere, nella realtà di Gaza, le spiegazioni e i commenti di Vittorio. I saluti, e scopriamo che è nuovamente tardi. Prima di uscire un rimbrotto di Haidi Giuliani, che si preoccupa per questo ragazzo, se ha mangiato, dove dormirà : anche lui è un figlio.
dedica personale del libro
Non c’è tempo per quel panino e quella birra che ci eravamo ripromessi di prendere insieme prima dell’appuntamento successivo, di nuovo in macchina, sono quasi le 21mi arresto davanti alla Biblioteca Berio in via del Seminario, lo accompagno all’interno, gli viene offerto un pezzo di pizza ci salutiamo, mi raccomando che lo facciano mangiare, un abbraccio e ci ripromettiamo la birra per una prossima volta, magari con più calma. Arrivederci Vittorio, arrivederci a Gaza.Non credo a quando si dice “nel posto e nel momento sbagliato” quando si fa una scelta che è scelta di vita. Vittorio la scelta di stare dalla parte dei pescatori e dei contadini di Gaza l’aveva fatta coscientemente. Condividerne la quotidianità voleva dire condividerne anche i rischi della sopravvivenza, significava anche condividerne le contraddizioni. Grazie Vittorio per questa tua quotidianità, per le tue paure e il tuo essere eroe, per il tuo essere anziano,nella sofferenza maturata sotto le bombe e l’essere giovane nel tuo voler cambiare il mondo. Restiamo umani. Loris