Un saluto tardivo ai lettori di Libero. Mi sarei rifatto vivo prima se non fossi stato bloccato da una sanzione di tre mesi inflittami dall’Ordine dei giornalisti per la famigerata vicenda Boffo. Me ne scuso.
Comincia così l’editoriale di Vittorio Feltri su Libero di mercoledì 3 marzo, primo giorno di effettivo servizio dell’ex direttore del Giornale (ora guidato da Alessandro Sallusti) alla direzione editoriale del quotidiano di via Majno: si riforma così, dopo l’espiazione dei 3 mesi di punizione imposti dall’Ordine per il dossier – rivelatosi poi un falso – sull’ex direttore di Avvenire Dino Boffo, la “strana coppia” con l’altro direttore responsabile Maurizio Belpietro, che l’ha fortemente voluto nella sua squadra per ricomporre un micidiale duo di penne d’assalto.
Dopo tanta attesa non era pensabile l’ipotesi di non sfruttare subito al 100% il potenziale della coppia, e infatti la prima edizione del “nuovo corso” di Libero parte subito in quarta: da una parte Feltri, dall’altra Belpietro. Stesso spazio concesso a entrambi e visibilità massima, naturalmente a tutta pagina. In mezzo, neanche a dirlo, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: da una parte Feltri ne sviscera gli errori e ne critica in parte la gestione dell’attuale legislatura, dall’altra Belpietro fa da contraltare ripercorrendo invece le presunte colpe dell’opposizione presente e passata (c’è anche Fini, tra l’altro).
PS: è interessante anche sottolineare come, in una sorta di esperimento di pubblicità contestuale cartacea, subito sotto la colonna destinata a Feltri trovi spazio (guarda caso!) proprio lo spot dell’ultima fatica letteraria del neo-direttore editoriale di Libero centrata sul recente cambio di “casacca giornalistica” dello stesso Feltri, dall’abbandono a Il Giornale all’approdo nella redazione della sua nuova casa lavorativa.