Bartolomeo Vivarini (c. 1431 – C 1499) a volte firmava i suoi lavori con l’immagine di un cardellino, altrimenti detto vivarino, per alludere alla propria famiglia. Fratello minore di Antonio nonché suo allievo, sviluppò un percorso artistico che prende le mosse nella bottega del fratello, con un’adesione al moderatismo stilistico di Antonio, per poi apprendere le tecniche della pittura ad olio da Antonello da Messina, subire gli influssi della scuola padovana dello Squarcione, aderire alle visioni del Mantegna e cedere in età avanzata ad un’arte di maniera.
Nel periodo, Venezia era uno dei più importanti centri mondiali di commercio e questo fece della città di San Marco anche una capitale di conoscenze che crescevano di pari passo con le ricchezze scambiate. Nel 1455, l’invenzione della stampa stampa a caratteri mobili moltiplicò lo scambio di idee e saperi ed è questo lo spirito dei tempi che Bartolomeo sa cogliere assorbendo l’influenza stilistica esercitata su di lui dai lavori del Mantegna e iniettandola nella tradizione veneziana tanto da tenere il passo con il più famoso Giovanni Bellini.