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Vivere il problema come una sfida.

Da Ciraolo

Lo so, lo so… Lo so che già lo sapevate, lo so che non è facile, lo so che sono un sognatore. Lo so che questo post vi arriva nel mezzo di una chat su facebook con una vecchia compagna delle medie, dell’ultimo video di anna tatangelo su youtube o, per alcuni, mentre vi sollazzate su quei siti osé che visitate nella penombra della vostra cameretta mentre la mamma va a fare la spesa. E può anche dare fastidio. Lo so.

Mio nonno cinese amava dire:

Se hai un problema è inutile preoccuparti, perché i casi sono due: o questo problema è risolvibile, e quindi non preoccuparti e risolvilo; oppure non è risolvibile e quindi non preoccuparti, tanto non cambierai la situazione.

Grazie nonno cinese.

Ora, io credo che ciò che più ci spaventa non siano né i problemi “risolvibili” né quelli “non risolvibili”, ma siano i problemi “risolvibili solo con grande fatica, dolore e spargimento di sangue”. Parlo delle cose piccole, come può essere il lavandino intasato che ci obbliga a quella decina di interminabili minuti di lavoro per sturarlo, e delle cose grandi, come può essere la perdita del lavoro o non potersi permettere di acquistare l’ultimo numero di “Chi”.

Non sono problemi irrisolvibili, ma sappiamo che la ricerca della soluzione sarà faticosa e che la strada è ignota.

Beh, approcciarsi al problema con la “mentalità del risolutore”, affrontarlo come se fosse un gioco di logica (anche se poi nella vita vera non si può relegare tutto alla logica) può aiutare. Aiuta senza dubbio il nostro stato d’animo, che non deve necessariamente sentirsi sopraffatto dal destino crudele ad ogni evento della vita, ma facilita indirettamente anche la risoluzione del problema, perché un problema affrontato con ottimismo ha più probabilità di essere risolto.

E parte un circolo virtuoso che tanti problemi risolti portano una buona autostima e una buona autostima porta più problemi risolti e una buona autostima e tanti problemi risolti avvicinano alla felicità e la felicità è il primo passo per il paradiso.

E voi ci volete andare in Paradiso, vero?


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