Accoltellata e bruciata viva. Accade anche questo in un Paese senza più una guida stabile e credibile, senza più nessun punto di riferimento, orfano di un’etica sia pubblica che privata. Siamo un Paese allo sbando, dove le regole ci sono - forse anche troppe! - ma non c’è mai nessuno pronto a farle rispettare. Sembra un Paese surreale abbandonato ad un triste destino, un destino crudele, funesto e di somma depressione. Strade sporche e malmesse in tutti i sensi, senza un netturbino che le pulisca e una guardia che stia lì a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini. Un Paese alla deriva. Accade così che una ragazzina di appena quindici anni venga barbaramente trucidata dal suo “fidanzatino” diciassettenne che racconta: “Dopo averla cosparsa di benzina, le ho dato fuoco anche se mi implorava di non farlo”. Un delirio di violenza! Il fattore scatenante di tanta rabbia e furia omicida sarebbe stato un negato rapporto sessuale. La quindicenne di Corigliano Calabro non aveva più voglia di frequentarlo, d’accordo con suo padre sul fatto che quel giovane non era adatto a lei per le cattive amicizie che lo attorniavano. L’ennesimo stupro inferto al mondo femminile, l’ennesimo quanto inutile gesto di violenza nei confronti di una vittima colpevole solo di non aver assecondato i desideri di un ragazzotto incapace di controllare la sua bestialità. Ma questo è solo l’ultimo degli eventi criminali che hanno insanguinato il pianeta donna in tempi di “crisi totale” come quelli che stiamo vivendo, tanto da far gridare al “femminicidio”!
Recentemente l’associazione Amnesty International ha inserito l’Italia nella lista dei Paesi dove i diritti delle donne e la loro vita vengono calpestati e considerati equivalenti allo zero. Subito prima di noi paesi come la Turchia, l’Iran, Afghanistan. Una classifica nella quale c’è poco di cui andare fieri e che ha fatto interrogare gli psicologi sul perché di quanto quotidianamente accade. Contrariamente a quanto sostengono alcuni fanatici delle teorie xenofobe, dal rapporto degli psicologi risulta che il 90% dei femminicidi avviene per mano di italiani su donne italiane e per futili motivi, come appunto la gelosia. Oggi l'Italia tutta si stringe unita più che mai al dolore della famiglia e piange l'ennesima, innocente, vittima di una furia omicida senza precedenti, senza alcuna giustificazione, nè tantomeno senza alcuna possibilità di perdono, almeno di quel perdono di cui può essere capace l'uomo nei confronti di chi di "umano" ha mantenuto solo le sembianze. Al momento solo tanta rabbia e un'infinita tristezza. A Corigliano Calabro le scuole sono rimaste chiuse in segno di lutto e gli studenti hanno sfilato per le vie del centro con lo striscione che recava scritto: "La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci"!
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Accoltellata e bruciata viva. Accade anche questo in un Paese senza più una guida stabile e credibile, senza più nessun punto di riferimento, orfano di un’etica sia pubblica che privata. Siamo un Paese allo sbando, dove le regole ci sono - forse anche troppe! - ma non c’è mai nessuno pronto a farle rispettare. Sembra un Paese surreale abbandonato ad un triste destino, un destino crudele, funesto e di somma depressione. Strade sporche e malmesse in tutti i sensi, senza un netturbino che le pulisca e una guardia che stia lì a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini. Un Paese alla deriva. Accade così che una ragazzina di appena quindici anni venga barbaramente trucidata dal suo “fidanzatino” diciassettenne che racconta: “Dopo averla cosparsa di benzina, le ho dato fuoco anche se mi implorava di non farlo”. Un delirio di violenza! Il fattore scatenante di tanta rabbia e furia omicida sarebbe stato un negato rapporto sessuale. La quindicenne di Corigliano Calabro non aveva più voglia di frequentarlo, d’accordo con suo padre sul fatto che quel giovane non era adatto a lei per le cattive amicizie che lo attorniavano. L’ennesimo stupro inferto al mondo femminile, l’ennesimo quanto inutile gesto di violenza nei confronti di una vittima colpevole solo di non aver assecondato i desideri di un ragazzotto incapace di controllare la sua bestialità. Ma questo è solo l’ultimo degli eventi criminali che hanno insanguinato il pianeta donna in tempi di “crisi totale” come quelli che stiamo vivendo, tanto da far gridare al “femminicidio”!
Recentemente l’associazione Amnesty International ha inserito l’Italia nella lista dei Paesi dove i diritti delle donne e la loro vita vengono calpestati e considerati equivalenti allo zero. Subito prima di noi paesi come la Turchia, l’Iran, Afghanistan. Una classifica nella quale c’è poco di cui andare fieri e che ha fatto interrogare gli psicologi sul perché di quanto quotidianamente accade. Contrariamente a quanto sostengono alcuni fanatici delle teorie xenofobe, dal rapporto degli psicologi risulta che il 90% dei femminicidi avviene per mano di italiani su donne italiane e per futili motivi, come appunto la gelosia. Oggi l'Italia tutta si stringe unita più che mai al dolore della famiglia e piange l'ennesima, innocente, vittima di una furia omicida senza precedenti, senza alcuna giustificazione, nè tantomeno senza alcuna possibilità di perdono, almeno di quel perdono di cui può essere capace l'uomo nei confronti di chi di "umano" ha mantenuto solo le sembianze. Al momento solo tanta rabbia e un'infinita tristezza. A Corigliano Calabro le scuole sono rimaste chiuse in segno di lutto e gli studenti hanno sfilato per le vie del centro con lo striscione che recava scritto: "La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci"!
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