Vivien Leigh: quando la passione si spinge oltre la malattia

Creato il 15 ottobre 2011 da Bananaecioccolato
Quando ci capita di sentire il nome Vivien Leigh, immediatamente pensiamo a Rossella O’Hara. Ma Vivien Leigh era molto di più della viziata Rossella, era una bravissima attrice che dedicò tutta la sua vita alla sua più grande passione: la recitazione. Una passione per la quale trascurò la salute e che lentamente la portò alla morte. L’attrice infatti soffriva della sindrome bipolare, una malattia psichica che la portò ad avere frequenti attacchi isterici e depressivi alternati a momenti di iperattività. La malattia peggiorò negli anni, e fu aggravata dalla recitazione che la portava inevitabilmente a immedesimarsi in personaggi con caratteri diversi dal suo. Infatti nel 1949 (10 anni dopo aver interpretato Rossella in Via col vento) l’attrice inglese ottenne il difficile ruolo di Blanche nella rappresentazione teatrale di Un tram che si chiama Desiderio, che si protrasse per ben 326 rappresentazioni. Dopo due anni, nel 1951, interpretò lo stesso personaggio anche nella trasposizione cinematografica della pièce (ruolo che le valse il secondo oscar come miglior attrice, dopo quello ottenuto con Via col vento). Il grande impegno che mise nell’interpretazione del difficile personaggio di Blanche, aggravò a tal punto la malattia che pare Vivien fosse convinta di essere realmente Blanche. Vivien era anche malata di tubercolosi, una malattia contratta negli anni ’40 e che non essendo stata curata adeguatamente, fu a distanza anni la causa della sua morte avvenuta nel 1967.Ma la sua vita fu anche caratterizzata dall’intensa storia d’amore con l’attore Laurence Oliver. 

Con il marito Laurence Olivier

I due si conobbero nel 1935, quando l’attore (che ai tempi era già un apprezzato attore teatrale) si complimentò con lei per l’interpretazione in The Mask of Virtue. La relazione sentimentale iniziò però due anni dopo, sebbene entrambi gli attori fossero già sposati. Olivier seppe stare sempre vicino a Vivien anche durante i difficili momenti di malattia, e i due recitarono spesso insieme, soprattutto a teatro. Nel 1940 finalmente entrambi riuscirono a ottenere la separazione (i rispettivi coniugi mantennero però l’affidamento dei figli) e si sposarono il 30 agosto dello stesso anno. Nel ’54 a seguito dell’aggravarsi della malattia, che rendeva quasi impossibile per i cast sia teatrali che cinematografici lavorare con l’attrice, Olivier fece ricoverare Vivien per alcuni mesi a seguito dei quali si notò un leggero miglioramento nel suo stato di salute. Nel 1958 poi, Vivien intraprese una relazione col collega Jack Merivale e dopo due anni divorziò ufficialmente dal Oliver. Nel maggio 1967 mentre Vivien stava lavorando allo spettacolo A delicate balance, venne colpita da un fatale attacco di tubercolosi che la portò alla morte nel giro di due mesi. Le sue ceneri vennero poi sparse a Merivale nel laghetto di Tickerage Mill, residenza dell'attrice presso la località di Blackboys, nel Sussex.Tra i suoi film vorrei ricordare, oltre ai già citati Via col vento (1939) e Un tram che si chiama desiderio (1951), anche il meno famoso ma molto intenso Il ponte di Waterloo (1940) nel quale l’attrice interpreta una sfortunata ballerina che si trova ad affrontare la tragedia della prima guerra mondiale.

Un intenso primo piano tratto da Il ponte di Waterloo

Con il primo Oscar, per Via col vento


Con Marlon Brando in Un tram che si chiama desiderio


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :

  • Se Milano avesse il mare…

    Oggi sono andata a vedere la Darsena,  il vecchio porto milanese inaugurato lo scorso 26 aprile dopo 18 mesi di lavori, e sono rimasta molto sorpresa non tanto... Leggere il seguito

    Il 10 maggio 2015 da   Scurapina
    CULTURA, DIARIO PERSONALE, SCUOLA
  • Area Camper Ai Delfini

    Ad Orbetello, in un’oasi naturale estesa sotto una pineta di vari ettari sorge quest’area di sosta denominata Ai Delfini. Nell’ombra di una pineta antica, si... Leggere il seguito

    Il 27 aprile 2015 da   Catia D'Antoni
    DIARIO PERSONALE, VIAGGI
  • Debiti e sassi

    Ogni favola che si rispetti non può esimersi dal cominciare così:''C'era una volta un ricco mercante di spezie che aveva perso l'ultimo carico a causa dei... Leggere il seguito

    Il 07 aprile 2015 da   Stefano Borzumato
    DIARIO PERSONALE, SOCIETÀ, TALENTI
  • Alcool in polvere

    E' assurdo non liberalizzano l'uso della marijuana perché classificata droga ma poi gli alcolici sono liberi e nel mondo i morti per uso ed abuso di alcool... Leggere il seguito

    Il 31 marzo 2015 da   Marta Saponaro
    CULTURA, DIARIO PERSONALE, PARI OPPORTUNITÀ, PER LEI
  • Austria a misura di bambino (2° parte)

    E va bene, lo so. Pensavate fossi sprofondata in letargo - cosa che, in effetti, un po' è accaduta. Sono sprofondata, non in letargo ma nel vortice delle mille... Leggere il seguito

    Il 17 marzo 2015 da   Moltiplicatomamma
    DIARIO PERSONALE, MATERNITÀ
  • Buon giorno: racconto d'amore

    "Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni... Leggere il seguito

    Il 21 febbraio 2015 da   Marta Saponaro
    CULTURA, DIARIO PERSONALE, PARI OPPORTUNITÀ, PER LEI