Tesina per l'Esame di Stato 2013
I.S.I.S. Caterina Percoto Udine, Liceo Linguistico
Lavoro realizzato da Isabella Elen Zucconi
"La vivisezione è un male sociale, perché se avanza la conoscenza umana, lo fa a discapito del carattere umano." - Shaw
" Vivisezione: nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni."
La vivisezione (dal latino vivus, vivo e sectio, -onis, taglio) rappresenta quell'esecrabile pratica che, per il cosiddetto progresso scientifico, provoca inutili sofferenze e disumane mutilazioni attraverso orribili, e la maggior parte delle volte letali, test che dovrebbero ricreare i possibili effetti collaterali di un prodotto o un farmaco sugli esseri umani.
La sperimentazione animale è un quotidiano 'olocausto silenzioso', legalizzato nel Codice di Norimberga del 1947, che ha una valenza ambigua: se da un lato rappresenta il primo documento internazionale con cui si regolamenta il campo della sperimentazione scientifica applicata all'uomo, dall'altro consente esplicitamente la sperimentazione sugli animali per la necessità di 'tutelare'
l'incolumità dell'individuo umano.
La vivisezione rappresenta una corsia di accelerazione per il degrado e il successivo termine del percorso vitalistico dell'animale sperimentato. Da questa macabra, ma veritiera visione, nasce il titolo della mia tesina "Autobahn zur Hölle", vale a dire autostrada per l'Inferno.
Il percorso che tratto nella tesina è un excursus storico-filosofico riguardante la concezione e l'applicazione della vivisezione e della sperimentazione animale nel XIX secolo (Schopenhauer), nel XX secolo (III Reich) e nel XXI secolo (Luc Ferry).
"Il grande progresso non è stata la sperimentazione sugli animali, ma quella sull'uomo. La sperimentazione animale è l'alibi per fare una sperimentazione rischiosa sull'uomo [...] nessun risultato animale permette di saltare la sperimentazione umana."
Gianni Tamino - Presidente Comitato Scientifico Equivita
La principale motivazione che mi ha spinta a trattare la vivisezione è innanzitutto l'ignoranza e la disinformazione riguardo quest'abominevole pratica; quest'indifferenza collettiva, capace di generare un sentimento di superiorità umana rispetto al mondo animale e di esercitare inutili violenze e sofferenze nei confronti di esseri viventi considerati inferiori, ma che in realtà
sono solo meramente più deboli, poiché non essendo dotati della parola non sono in grado di difendersi.
"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza."
Arthur Schopenhauer (Danzica 1788 - Francoforte sul Meno 1860), secondo la citazione di Tolstoj, è stato "il più grande pensatore del mondo", poiché scardina per primo le sicurezze razionali occidentali (ben identificabili in Hegel) per approcciarsi ad una visione meramente irrazionale, ad una realtà crudele ed ostile, dominata da quell'istinto assoluto di conservazione e perennemente inappagato rappresentato dalla 'Volontà di Vivere' (Wille zum Leben). Nella
realtà schopenhauriana le 'consolazioni' terrene appaiono vanesie, e l'unica autentica catarsi per liberarsi dalla Volontà lo fa approdare nel nichilismo ("vero assoluto nulla") e nell'ateismo.
La visione pessimistica di matrice leopardiana alla quale Schopenhauer si richiama, gli impedisce di essere fautore sia dell'Umanesimo (omocentrismo), sia di una filosofia razionale basata sull'intelletto umano. Da qui, nel primo nichilista, scaturisce l'elevazione del regno animale e la denuncia dei soprusi e delle crudeltà umane nei confronti degli esseri più indifesi. Nonostante non fosse vegetariano, Schopenhauer era una accanito sostenitore dei diritti degli animali. La sua idiosincrasia per la vivisezione traspare in molti aforismi e nelle pagine di quasi tutte le sue opere.
Qui di seguito riporto il breve scritto estrapolato dal trattatello 'L'arte di insultare', pubblicato postumo, nel quale Schopenhauer condanna l'inutilità e l'orrore delle torture a fini scientifici inflitte agli animali, e tristemente cita un esperimento sui conigli.
Quando studiavo a Göttingen il professor Blumenbach ci parlò molto seriamente, nel corso di fisiologia, degli orrori delle vivisezioni e ci fece notare come esse fossero una cosa crudele e orribile.
Invece oggi ogni medicastro si crede autorizzato a effettuare nella sua stanza delle torture gli atti più crudeli nei confronti delle bestie, al fine di decidere problemi la cui soluzione si può trovare già da molto tempo nei libri, nei quali però è troppo pigro e troppo ignorante per ficcare il naso.
I biologi francesi sembrano aver dato per primi l'esempio in questo campo e i biologi tedeschi fanno a gara con loro a infliggere le torture più crudeli ad animali innocenti, spesso in numero enorme, per risolvere problemi puramente teorici e non di rado assai futili. Voglio ora documentare quanto dico con un paio di esempi che mi hanno particolarmente indignato, sebbene non siano affatto isolati: se ne potrebbero citare cento altri simili.
Il professor Ludwig Fick di Marburg racconta nel suo libro 'Sulle cause delle formazioni ossee' (1857) di avere estirpato a giovani animali i bulbi oculari al fine di ottenere una conferma della sua ipotesi secondo cui, in simili casi, le ossa crescono nei vuoti creatisi dopo l'estirpazione!
Ancora: una menzione particolare meritano gli obbrobri che il barone Ernst von Bibra ha commesso a Norimberga e che, tanquam re bene gesta (com'è successo), racconta con incomprensibile disinvoltura al pubblico. Egli ha fatto deliberatamente morire di fame due conigli! Al fine di effettuare la ricerca, del tutto inutile ed oziosa, se a causa della morte per fame le particelle chimiche del cervello subiscano una modifica nelle loro proporzioni! Per l'utilità della
scienza - n'est-ce pas?
E' mai possibile che a quei signori del bisturi e del crogiuolo non venga mai in mente che essi sono in primo luogo esseri umani e poi chimici?
Come si può dormire tranquillamente, quando si tengono prigioniere in gabbia creature innocenti, allattate dalla madre, allo scopo di far patire loro una morte lenta e straziante per fame?
E' mai possibile che simili studiosi non si sveglino di soprassalto nel sonno?
E' mai possibile che l'azione crudele del Bibra, se non si poteva impedire, sia rimasta impunita?
Un tipo come quel von Bibra, il quale ha ancora da imparare tante cose dai libri, dovrebbe meno di tutto pensare a spremere le ultime risposte attraverso crudeltà, a torturare la natura per arricchire il proprio sapere, e a estorcerle segreti che forse già da lungo tempo sono noti. Giacché per questo studio vi sono altre e innocue maniere, senza che sia necessario torturare a morte delle
Che crimine ha dunque commesso il povero innocuo coniglio che viene chiuso in gabbia, ed è così condannato alla pena di morte lenta per fame?
Nessuno è autorizzato a effettuare vivisezioni!
[da L'arte di Insultare, trad. di Franco Volpi, Adelphi edizioni, 1999, pag. 145]
„Nel nuovo Reich non dovrà più esistere la crudeltà nei confronti degli animali"
Solo qualche mese dopo la presa del potere da parte dei nazionalsocialisti (l'ascesa risale al 30 gennaio 1933) il 21 aprile 1933 venne elaborata la prima Legge tedesca a tutela degli animali e il 24 novembre 1933 entrò in vigore la „Reichstierschutzgesetz" (Legge a tutela degli animali del Reich).
Il ministro prussiano Hermann Göring, già il 16 agosto 1933, vietò la vivisezione all'interno del Reich tedesco e la tutela degli animali venne adoperata come astuta misura del periodo nazionalsocialista, periodo nel quale regnavano l'amore per gli animali e l'odio per gli esseri umani (ambe ideologie alimentate dal leggendario affetto di Hitler verso il suo pastore tedesco Blondie e dalla crudeltà ebraica nei confronti degli animali).
Nel 1934 a Berlino, i nazionalsocialisti organizzarono una conferenza riguardo il benessere degli animali e nel 1938 questa tematica fu introdotta come materia scolastica.
Così la Germania nazista divenne il primo Stato a presentarsi in qualità di „difensore degli animali".
„Per il Popolo tedesco gli animali non sono soltanto esseri viventi in senso organico, al contrario, sono Creature che provano emozioni, che sentono dolore, gioia, fedeltà e affetto."
La Legge mirava ad elevare l'animale ad un livello umano, per quanto riguarda i diritti fondamentali e, più precisamente, conferire anche agli animali il Diritto alla Libertà, al Benessere e alla Vita.
Perciò il motto nazista „Un Popolo, un Regno, un Führer" si legò al Benessere animale formando le basi della visione nazionalsocialista ed incorporando il sistema ideologico del III Reich (Darwinismo sociale).
L'origine della Legge emerse come pseudo-religiosa sopraelevazione della Natura e degli animali e venne astutamente utilizzata come mezzo propagandistico, nel quale fu ripreso come modello il famoso compositore Richard Wagner (1813-1883). Infatti egli riteneva che l'unione tra uomo e Natura (panismo) e uomo e animali fosse una caratteristica tipica della razza nordica"; al contrario, nei vivisettori c'era l'identificazione con „il male e l'ebraismo". Per questo motivo Wagner combatté a favore della distruzione dei laboratori e per l'allontanamento dei lavoratori.
Allo stesso modo questa Legge valeva come alibi per discriminare gli ebrei con argomentazioni riguardanti il benessere animale.
Perciò l'inumana macellazione ebraica (la Shechità) venne punita dal Reichstag attraverso multe o reclusioni.
Anche gli esperimenti sugli animali, praticati dalle università a scopo scientifico, vennero condannati dai nazionalsocialisti come simbolo della scienza ebraica. Da ciò scaturì la proibizione di tale pratica facendo risultare la tutela degli animali come mera scusa antisemita celata sotto il mantello dell'„amore per gli animali".
„Lo sai che il tuo Führer è oppositore a qualsiasi tipo di violenza sugli animali, in particolare la vivisezione, la quale è pura tortura scientifica, questa orribile creazione della medicina ebraica?"
si domandava il giornale propagandistico „La bandiera bianca"
Da ciò emerse la figura dell'„ebreo malvagio" come nemico non solo degli uomini, ma anche degli animali innocenti. Così venne utilizzata la minaccia della reclusione nei lager come punizione per qualsiasi violenza a discapito di un animale. Anche nei riguardi degli animali emerse un'ideologia razzista. Infatti i Nazionalsocialisti non stimavano tutti gli animali in egual misura. Così le sperimentazioni che favorivano progetti bellico-scientifici furono condotte in grande misura. Non c'era nessun problema a testare un animale fino a farlo morire, nonostante il chiaro contenuto della Legge, il quale vietava ogni sperimentazione su esseri vivi. Perciò la Legge venne cambiata consentendo la pratica di ricerche scientifiche su esseri viventi solo per scopi importanti e di interesse conoscitivo o per trovare soluzioni per le malattie contratte durante la guerra. Per evitare inutili ripetizioni di sperimentazioni animali si poteva filmare la pratica in modo da utilizzare i filmati al posto di condurre nuove sperimentazioni. Al fine di evitare inutili sofferenze, gli animali venivano sedati attraverso l'anestesia.
Il 28 agosto, il ministro dell'aviazione del terzo Reich (Reichsluftfahrt) Göring annunciò alla radio:
"Un'abolizione assoluta e permanente della vivisezione non è soltanto una legge necessaria per proteggere gli animali e mostrare della compassione per le loro sofferenze, ma è anche una legge per l'umanità stessa... Annuncio l'immediata proibizione della vivisezione e la condanno all'interno del Regno Prussiano. I trasgressori saranno spediti nei campi di concentramento, fino alla loro condanna effettiva".
Il 24 novembre 1933, il regime nazista emanò la Legge sulla protezione degli animali giustificandola come la volontà del Popolo tedesco al fine di proteggere gli animali.
Questa Legge è una tappa estremamente importante per i diritti degli animali, così che la „Reichstierschutzgesetz" è entrata a far parte della Costituzione tedesca e ha avuto un successo internazionale.
Il capo delle SS, Heinrich Himmler, giustificò tale Legge come una prova di alto livello per la civilizzazione della Germania nazista.
Quindi, arrivati al potere, i nazionalsocialisti proibirono la vivisezione (ovvero la pratica attraverso la quale si fanno esperimenti su animali vivi) così come i maltrattamenti nei confronti di animali. Anche se, in realtà, la sperimentazione sugli animali non è mai cessata in Germania.
Nel 1933, Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista, creò un'immagine positiva di Adolf Hitler scrivendo "il nostro Führer ama gli animali", è "così semplice che buono".
Così viene sistematicamente presentato da parte della propaganda nazista come un grande amico degli animali e si proclama "Tierliebhaber", anche se, in realtà, era esclusivamente un amatore dei cani-lupo, e soprattutto del suo pastore tedesco Blondie.
Un riciclaggio della propaganda nazista è stato fatto dal filosofo francese Luc Ferry, autore di
'Le Nouvel ordre écologique', 1992.
In questo modo, l'aspirazione di rappresentare il Führer attraverso un ritratto umano, grazie all'elaborazione di un'ideologia che teorizza la Natura come un ritorno al Romanticismo e al Panismo wagneriano, è stata perfettamente seguita da Ferry, il quale descrive il capo nazista come un uomo "dalla volontà di evitare la crudeltà nei confronti degli animali, i quali sono cari al suo cuore" e come l'eroe che ha "soppresso la vivisezione".
Nella sua opera, Ferry sviluppa abbondantemente il sofismo "della cattiva compagnia", attraverso il caso di Hitler. In altre parole, egli utilizza il sofismo, ovvero un tipo di ragionamento logicamente corretto in apparenza ma che, in realtà, porta a conclusioni false o assurde. In questa maniera, Ferry si avvicina alla reductio ad hitlerium, poiché traspare un avvicinamento alla politica nazista, ma senza svilupparne delle argomentazione fondate.
Il metodo dell'indottrinazione (Indoktrinierung), tipico dei regimi totalitari, porta Ferry a sostenere delle idee false riguardo l'abolizione della vivisezione all'interno del III Reich.
Infatti scrive "l'alleanza della zoofilia più sincera, non è rimasta a parole, ma si è incarnata nei fatti".
Tesina per l'Esame di Stato 2013
I.S.I.S. Caterina Percoto Udine, Liceo Linguistico
Lavoro realizzato da Isabella Elen Zucconi