Dio che mastica tabacco,
suggerisce sempre gli stessi sogni
dai colori opachi,
siciliani a tratti;
internamente è una digestione
lenta,
come un esercito che attraversa l’Italia,
la notte del tuo ritorno;
questo è,
con il tuo passo
dentro il fegato
impronta indie
che non è musica ma bacio;
e non importa,
se negli occhi di tutte le donne
ci sono bambine
che dicono di chiamarsi A:
siamo ciechi,
nel loro mondo.