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Voci D’arte: Hans Bellmer

Creato il 02 dicembre 2012 da Wsf

“Il corpo è paragonabile ad una frase che vi spinge a disarticolarla, affinché, attraverso una serie di anagrammi infiniti, si ricompongano i suoi veri contenuti” (Hans Bellmer)

Voci D’arte: Hans Bellmer

Voci D’arte: Hans Bellmer

Hans Bellmer nasce a Katowice nel marzo del 1902 e muore a Parigi il 23 febbraio del 1975.
Pittore, scultore e fotografo, conosciuto per le bambole a grandezza naturale, principalmente di femmine adolescenti.
Iniziò il progetto della bambola per opporsi al fascismo del Partito Nazista dichiarando apertamente che non avrebbe fatto nessun lavoro per sostenere il nuovo stato tedesco. Rappresentate da forme mutate e da pose non convenzionali le sue bambole erano dirette specificamente al culto del corpo perfetto allora dominante in Germania. Bellmer fu influenzato nella sua scelta artistica dalla lettura delle lettere pubblicate da Oskar Kokoschka nel 1925.
Si narra che iniziò questo progetto a causa di una serie di eventi personali, soprattutto per quanto riguarda gli amori irraggiungibili, l’aver assistito ad una performance dei Tales of Hoffmann di Jacques Offenbach, nel quale un uomo si innamora tragicamente di un automa e il dono di una scatola di suoi vecchi giocattoli. Dopo questi fatti lui iniziò a costruire la sua prima bambola.
Diede in maniera esplicita un sesso alle sue bambole, rendendole giovani ragazze.
Furono anche d’ispirazione delle bambole che aveva visto al Kaiser Friedrich Museum. Visitò Parigi nel 1935 ed ebbe contatti con Paul Éluard; ma dovette tornare a Berlino perché sua moglie Margarete stava morendo di tubercolosi.

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La Bambola (Die Puppe), libro anonimo di Bellmer, contiene dieci fotografie in bianco e nero della prima bambola di Bellmer arrangiate in una serie di “tableaux vivants” (figure viventi). Il libro non gli fu attribuito, lui lavorò in isolamento e le sue fotografie rimasero comunque sconosciute in Germania. Infine il lavoro di Bellmer fu dichiarato “degenerato” dal Partito Nazista e lui fu costretto a fuggire dalla Germania in Francia nel 1936.
Il suo lavoro fu ben accolto nella cultura d’arte parigina del tempo, specie tra i surrealisti sotto André Breton, per i riferimenti alla bellezza femminile e l’attribuzione sessuale della giovinezza. Le sue fotografie furono pubblicate sul giornale surrealista Minotaure. Aiutò la resistenza durante la guerra, facendo passaporti falsi; e fu rinchiuso nella prigione Camp des Milles a Aix-en-Provence per gran parte della Seconda guerra mondiale.
Dopo la guerra, Bellmer visse il resto della sua vita a Parigi. Non attese più alla costruzione di bambole, e spese le decadi seguenti creando disegni erotici, incisioni, fotografie sessualmente esplicite, pitture e stampe di ragazze adolescenti. Nel 1954 incontrò Unica Zürn, che divenne la sua compagna. Hans Bellmer continuò il lavoro negli anni sessanta.

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Ad altri l’universo sembra onesto. Sembra onesto alle persone oneste perché hanno gli occhi castrati. È per questo che temono l’oscenità. Essi non provano alcuna angoscia se sentono il canto del gallo o se scorgono il cielo stellato. Generalmente, godono i “piaceri della carne” a condizione che siano blandi.

G.Bataille, Histoire de l’oeil, 1928.


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