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Voci – Dacia Maraini

Creato il 04 gennaio 2016 da Irenethehomeless

Voci – Dacia MarainiHo raccolto e messo da parte tutte le fotografie trovate sui giornali che ha dato Tirinnanzi. E sono tante: donne seviziate, sgozzate, tagliate a pezzi. Sembra strano che le conservasse, per farne che? Una cronaca di otto mesi fa è segnata in rosso tre volte con tanti punti esclamativi: una madre ammazza la figlia a sprangate e la seppellisce nel giardinetto di casa. Sotto la foto di una donna dalla faccia disfatta. Tirinnanzi ha scritto a penna "anche le donne uccidono". So cosa vuole dirmi: che "l'essere umano, nella sua animalità, ha i cromosomi segnati dall'impronta del delitto" come mi ha spiegato giorni fa, "uccidere l'altro fa parte della sua natura ed è solo attraverso tabù, le proibizioni religiose, i riti magici, la coscienza civile che l'uomo arriva a dominare un istinto del tutto naturale, donna o uomo che sia".

"L'assassinio fa parte del destino sociale dell'uomo e non della donna" ribatte lei, sorridente, "poiché nella educazione del maschio della specie è previsto l'addestramento all'omicidio: in qualsiasi parte del mondo, ogni ragazzo in età di ragione viene spedito in branco a prepararsi ad uccidere ed essere ucciso, non è così? In previsione di guerre vicine o lontane, su ordine dello stato s'intende, ma lo si prepara a sparare, pugnalare, lanciare bombe, sgozzare, mutilare... le donne, per fortuna, hanno storicamente altri doveri istituzionali che sono l'accudimento, la nutrizione, la cura dei malati... insomma lo stupro e l'assassinio sono intrinseci dell'ideologia paterna che prevede l'assoggettamento e il controllo del corpo del nemico. Purtroppo fa parte della sua cultura il pensiero, nemmeno tanto nascosto, che le donne siano in qualche modo partecipi del pericoloso mondo della libertà nemica".

[...]

Ogni voce ha il timbro della verità, che non sempre coincide con quella logica delle cause e degli effetti. Le voci sono corpi in moto e hanno ciascuna l'ambiguità e la complessità degli organismi viventi; belli o brutti, deboli o forti che siano, sono percorse da vene lunghissime di un azzurro che mette tenerezza, seminate di costellazioni di nei come un cielo notturno ed è difficile metterle a tacere come si fa con le parole cartacee di un libro.


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