Ho voglia di arrendermi, di ridermi e corrodermi
Desidero il tormento di una pace mai trovata, mai voluta
troppo invece taciuta, annichilita.
Chiedo speranza, invoco pazienza,
ottengo soltanto triste risposta e cado inerme.
Vorrei non rialzarmi, sperando di chetarmi
il viso arso, cerca frescura, ne ha fin troppo di vile calura.
Il freddo pavimento gela le carni, piagate e flagellate
per un fio da pagare, scontare e confessare.
Il tormento incede impetuoso, alleato al senso di colpa
dando vita ad un'armata cosi possente, che mai al mondo
impero potè avere. Agogè spietata, mai domata
punisce e lenisce, purifica e ogni debito salda.
Il battito vitale pare prima cavalcare, per poi lentamente
passeggiare morbido in cieli oscuri, ovè l'infinito
mio penare, continua il suo viaggio, alla ricerca
di una meta, senza indietro più tornare.