Ann Hood è nata a Rhode Island ed è cresciuta ascoltando i racconti del padre, ufficiale della Marina, sui suoi oltre vent’anni passati in giro per il mondo. Queste storie l’hanno sempre affascinata, spingendola a diventare assistente di volo. Dopo essersi trasferita a New York, ha conseguito una specializzazione in Letteratura americana e ha cominciato a collaborare con importanti quotidiani e settimanali, come The Washington Post, Glamour e Paris Review.
Sito: http://annhood.us/
Autore: Ann Hood (Traduttore: A.Garavaglia)
Serie: //
Edito da: Fabbri (Collana: Fabbri Life)
Prezzo: 8,80 €
Genere: Narrativa Straniera
Pagine: 320 p.
Voto:
Trama: È una bellissima bimba senza nome quella che Chun tiene tra le braccia. Ancora pochi istanti e dovrà separarsene, avvolgerla nel drappo di stoffa, posarla nella cesta di vimini e allontanarsi in fretta, senza cedere alla tentazione di voltarsi. Perché se il cielo ascolterà le sue preghiere, la porta dell’Istituto non tarderà ad aprirsi e una nuova vita, più bella e più facile, comincerà per la piccola lontano da qui. Dall’altra parte del mondo, in quello stesso momento, Maya Lange sta lavorando perché il sogno di Chun, e di tante altre come lei, possa avverarsi. È specializzata in speranza Maya, fondatrice e proprietaria di un’agenzia di adozioni: grazie a lei, il dolore di una madre si converte nella gioia di un’altra, un destino apparentemente segnato vira di colpo e le fila di vite fino a un attimo prima distanti si intrecciano a formare nuove, indissolubili trame d’amore. Sono più di quattrocento le bambine a cui Maya ha trovato, negli anni, una nuova famiglia, una casa. Di ciascuna lei conserva un ritratto, un ricordo. E nei momenti peggiori, quando le ansie, le paure e i dubbi degli aspiranti genitori minacciano di travolgerla, è sufficiente che Maya guardi i loro visi per ritrovare di colpo la forza di ascoltare, rassicurare, consolare. Perché il solo dolore che Maya abbia rinunciato a curare è quello che si porta dentro, irrimediabile come la perdita che lo ha causato. Ma il destino è un filo impossibile da spezzare, e Maya sta per scoprire chi c’è all’altro capo del suo.
Recensione
di Annad78
Ecco un altro bellissimo romanzo di Ann Hood, che attraverso personaggi inventati ci fa conoscere un altro pezzo della sua vita.
La scrittrice, avendo perso la figlia Grace, di soli cinque anni, decide di adottare una bimba cinese, da qui lo spunto per questa meravigliosa lettura. Le storie di adozioni di questo romanzo sono tutte opera della sua fantasia, mentre per gli scenari di sfondo alla storia fa riferimento a testi che parlano della Cina e delle “sue figlie”.
La protagonista Maya Lange dirige l’agenzia per le adozioni “Filo Rosso”, che si occupa di trovare famiglie americane a bambine che provengono dalla Cina. Nel suo ufficio ha sentito parlare di ogni possibile cura contro l’infertilità e ha visto più cuori infranti di quelli che potesse ricordare.
Solo bambine cinesi? Sì, le figlie femmine sono considerate pari a zero per la società cinese, sono solo bocche da sfamare e quindi vengono spesso abbandonate dalle stesse madri (a malincuore) in luoghi dove siano trovate facilmente, a volte con doni o oggetti tipici delle province da cui provengono.
Il romanzo si suddivide in capitoli, alcuni dedicati alle famiglie che decidono di intraprendere la strada dell’adozione e
L’autrice racconta la storia di ogni famiglia, partendo dalla decisione dell’adozione, spesso non condivisa da entrambi i genitori. Viene poi il momento dell’attesa per lo svolgimento delle normali procedure di adozione, e da qui i molti ripensamenti e vacillamenti delle coppie.
Ogni coppia vive questo momento in modo differente, come differenti sono le motivazioni che ognuna ha: hanno affrontato problemi di sterilità, litigi, attese e sogni delusi. Vi sono coppie che dopo infiniti tentativi non riescono a diventare genitori, altre che sono già genitori ma non della figlia che avrebbero voluto, come Susannah, madre di Clara nata con una malformazione a un gene. Coppie che durante l’attesa dell’assegnazione delle bambine diventano genitori ma non per questo rinunciano all’adozione.
E poi c’è la storia di Maya, che dà speranza alle coppie che si rivolgono a lei; è brava ad ascoltare i problemi delle persone che aiuta, ma nessuno conosce il suo terribile passato. Sposata con Adam e madre di una bimba morta a causa di una fatalità, Maya si tormenta perché si crede responsabile di quella disgrazia.
Dopo la separazione dal marito rimane single se non con qualche avventura, si dedica al lavoro a maglia per liberare la mente, ma sa che nella sua vita manca qualcosa, un figlio. Grazie alla rinuncia di una delle famiglie anche Maya avrà il suo lieto fine.
Una lettura che mi è piaciuta particolarmente per la panoramica di sentimenti che la Hood ci offre: l’attesa, il non sentirsi pronti a diventare genitori, l’incapacità del dividere l’amore in due, cioè di dividerlo tra due persone, il pensare di non potere amare un figlio più della moglie, e infine la paura di un sogno che si sta realizzando e con questo la felicità che ne deriva.
Un punto a favore della copertina, mi piace davvero.
È da poco che ho conosciuto le letture di Ann Hood ma devo dire che non mi ha ancora deluso.
“E, infine, un pensiero in memoria di mia figlia Grace. Sempre.”