Nei paesi anglosassoni i cittadini consumatori boicottano le aziende che adottano comportamenti scorretti. I loro prodotti vengono messi all’indice e lasciati sugli scaffali, fino a quando le aziende contestate non rivedono le loro posizioni. Da qualche giorno il tamtam dellarete segnale che Vodafone ha deciso di chiudere il rubinetto del VoIP ai suoi clienti. Cioè, chi ha cellulare e smartphone con Vodafone, non può più usare Skype, Viber e le altre applicazioni che adottano il VoIP per conversazioni e videochiamate.
Vodafone risponde che il blocco è stato adottato soltanto sulle tariffe più convenienti. Dario D’Elia, su Tom’s Hardware, riconduce correttamente al nodo del problema: neutralità della rete elibertà di rete. Scrive D’Elia: “… Skype ha sottolineato il comportamento bizzarro di Vodafone, e in verità di altri operatori europei. “[…] si schierano apertamente a favore della neutralità dellarete e delle libertà della rete, ma la definizione che ne danno spesso non è in linea con la nuova normativa europea delle telecomunicazioni o con le aspettative degli utenti e lascia spazio a numerose limitazioni ed eccezioni”, si legge nel comunicato ufficiale diramato ieri dal colosso del VoIP”.
In attesa del pronunciamento dell’Autorità garante per le comunicazioni, i cittadini/consumatori possono agire concretamente. Migrare in massa da Vodafone verso altri operatori che non adottano restrizioni nei confronti del VoIP. Si fa in cinque minuti e si può conservare lo stesso numero telefonico. Salvo poi migrare ancora, in caso di scorrettezze da parte del nuovo operatore. Il boicottaggio di massa è l’unica (potentissima) arma che ci rimane, per educare le aziende al rispetto.
Altrove funziona ed è molto temuta.