Che ad Alessandria la disoccupazione sia alle stelle e l’industria manufatturiera nel pantano più totale è un dato di fatto (assai preoccupante) ormai ben risaputo. Ciò che stupisce però di fronte a tutte le analisi disastrose snocciolate per tutto il 2010 è l’impennata dell’export provinciale. Nei primi nove mesi del 2010 il valore complessivo delle esportazioni della provincia di Alessandria ha infatti superato i 2,8 miliardi di euro, con un incremento del 29,6% rispetto allo stesso periodo del 2009 (+15,5 per cento in Piemonte). L’analisi delle variazioni disaggregate per trimestre evidenzia come, nel corso del 2010, l’export provinciale sia cresciuto in tutti trimestri dell’anno rispetto ai tre mesi precedenti, ad eccezione del periodo luglio – settembre quando ha fatto registrare una flessione del 9,1% in confronto al periodo aprile – giugno.
Tutto ciò lascia intuire quanto, anche per la provincia di Alessandria, le esportazioni siano muri portanti per la sopravvivenza dell’economia locale; i dati relativi al commercio estero sembrano infatti confermare che il seppur modesto rimbalzo dell’economia dipende, in larga misura, dall’andamento delle export, influenzato positivamente da “clienti storici” quali Germania e Francia, le cui imprese sono da anni in affari con il nostro territorio.
A trainare la crescita dell’export piemontese sono stati, nel periodo gennaio-settembre 2010, tutti i principali comparti. In particolare il settore dei metalli e prodotti in metallo, che da solo rappresenta più del 23% dell’export provinciale, ha messo a segno un incremento del 63,4%; la meccanica, terzo settore per vendite all’estero dell’economia alessandrina, ha fatto registrare un aumento tendenziale del 12,9%; i prodotti tessili e dell’abbigliamento, sesto comparto dell’export provinciale, del 4,7%. Infine la categoria residuale cosiddetta degli “Altri prodotti”, che rappresenta il 49,9% delle esportazioni della provincia, ha messo a segno un incremento del 32,4%.
Per contro sono risultate in flessione le vendite all’estero dei settori “Prodotti alimentari, bevande e tabacco” (- 0,2%) e dei “Mezzi di trasporto” (-8,6%), rispettivamente quarto e quinto comparto esportatore della provincia.
“La crescita dell’export – ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Piero Martinotti – “costituisce un segnale positivo e dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, le capacità concorrenziali dell’industria provinciale, che appare in grado di stare con profitto sui mercati esteri”, in particolar modo dei settori trainanti delle industrie meccaniche, dei metalli e dei prodotti in metallo. Restano però ancora molti timori”, – ha proseguito il presidente Martinotti – “soprattutto per quel che riguarda l’andamento dell’occupazione, che evidenzia ancora una crescita dei numero di disoccupati e del ricorso alla mobilità, nonché alti livelli di cassa integrazione”.