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Volere volare di Maurizio Nichetti

Creato il 08 aprile 2012 da Spaceoddity
Volere volare di Maurizio NichettiVolere volare (1991) di Maurizio Nichetti è uno dei film che più ho amato nella primissima giovinezza. Uno sguardo ironico sulle miserie umane, un film provocatorio e anche crudele, felicemente sbilanciato in direzione dell'umorismo e della fantasia. Non mi pongo il problema di un valore artistico assoluto: Volere volare è la commedia che non ti aspetti con personaggi perlomeno insoliti e uno sviluppo patafisico: la scienza delle soluzioni immaginarie la fa da padrone.
Due i personaggi principali del film, un uomo e una donna: Maurizio (lo stesso Nichetti) è rumorista di cartoni animati, mestiere insolito, ma ben definito. Certo, condivide spazi e attrezzature con il fratello Patrizio (Patrizio Roversi), che gira film porno, ma riesce a mantenere la sua autonomia in questa originalissima casa di produzione. Quanto a Martina (Angela Finocchiaro), lei dice di essere una specie di assistente sociale. In realtà si fa pagare per esaudire clienti con le richieste più strane: dai finti morti al rapinatore del mercoledì, dal cuoco libidinoso agli ossessivi architetti voyeurs di una freddezza disarmante.
In questo mondo di frustrazioni, il sesso - quello convenzionale, diciamo così - è l'unica cossa che sembra non interessare davvero a nessuno, ovvero Ognuno in amore ha le proprie manie. Solo che queste manie sembrano sostituire, e non caratterizzare, la sfera corporea e affettiva tra due persone. I racconti di Martina sulle proprie vicende con la cinica e sfacciata Loredana (Mariella Valentini) puntellano il film con la regolarità di un coro in un'opera teatrale. Le due donne saranno forse amiche improbabili (e neanche tanto, poi), ma senz'altro forniscono due interpretazioni complementari sull'uso, diciamo così, della propria vita.
Volere volare di Maurizio NichettiNon solo i rapporti tra i sessi sembrano resi impossibili, ma le giornate delle persone sembrano irriducibili a una sintesi. Maurizio cammina per la città alla ricerca di rumori per i suoi cartoni animati, producendo a sua volta una serie spassosissima di suoni, incomprensibili per i passanti (Martina, le prime volte che lo incontra, lo chiama Trombetta), fino a trasformarsi progressivamente in un cartone animato. Per parte sua, la donna riveste i ruoli più diversi per venire incontro alle esigenze dei suoi clienti, dal tassista spericolato all'anziano professore in culla bisognoso di una madre. Martina vende, a ore, la vita che ciascuno dei suoi clienti non può avere, in quanto incompatibile sul piano esistenziale o sociale. Sono giochi di ruolo, sublimazioni di desideri molto più profondi di trasgressione.
I due protagonisti sembrano vivere alla periferia di una condotta media. Al loro confronto, i doppi Patrizio e Loredana (che, infatti, quando si conoscono, fanno faville insieme) sono più socievoli, più capaci di interagire, sebbene la loro esistenza sia più granitica. meno duttile: parlano, parlano, parlano, esprimono in libertà il loro materialismo, mentre Maurizio e Martina sono caratterizzati da un'afasia delle loro parole, dall'attenzione a particolari irrilevanti per gli altri (le mani e gli occhi vs. corpo e denaro). Si prestano entrambi ad altre esistenze (psicologie deboli e frammentate e cartoni animati), ma sanno vivere la propria vita.
Volere volare di Maurizio NichettiCerto, hanno difficoltà a tratti commoventi a dirsi le cose, ma sanno superarsi per incontrarsi infine davvero. Forse, la conclusione sigla ancor più la difficilissima ricerca dell'altro in quanto essere umano, con una vita normale, dei ritmi e delle esigenze condivisibili. D'altronde, è anche vero che, nonostante tutto, Maurizio e Martina, ciascuno con la sua personalità matura e compiuta, si ritrovano in coda alla sfilza di gags spassosissime, di vite a episodi, per compenetrarsi in un'esistenza che è tutta e solo loro.

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