Volevo scrive un post sul Festival di Internazionale a Ferrara. Avevo appuntato un sacco di cose, avevo molti spunti su questo sabato, passato in una tiepida e sempre stupenda Ferrara. Volevo raccontare di come sono rimasto rapito ascoltando l’intervento di Amira Hass sulla condizione Israelo-palestinese, della drammatica bellezza delle foto di Didier Lefèvre, accompagnate dalle tavole della Graphic Novel di Emmanuel Guibert che raccontavano il viaggio del fotografo in Afghanistan al seguito di medici senza frontiere al tempo della guerra tra i sovietici e i Mujahidin afgani, o dell’interessante dibattito sulle prossime frontiere digitali dove intervenivano Oliver Reichenstein, Luca Sofri e Giovanni De Mauro. Volevo raccontare dello strambo ma coinvolgente spettacolo (qui le foto via internazionale sia di Gipi che della reading di Mastandrea) di Gipi, tema la morte, ma a modo suo, o di quello che è venuto subito dopo che ha visto sul palco Valerio Mastandrea leggere la sceneggiatura originale di Accattone di Pier Paolo Pasolini, mentre il piano di Danilo Rea e la Batteria di Roberto Gatto accompagnavano, si intromettevano, mai come comparse ma sempre come protagonisti anch’essi nella sceneggiatura. Volevo raccontare della tanta gente, che è sempre la prima delle cose a colpirmi, e delle nuove persone che ho conosciuto (anche a questo servono questi eventi), e del come è bello condividere queste esperienze con gli amici. Insomma, volevo scrivere di tutto questo, ma poi ho pensato che sono cose che vanno viste con i propri occhi, ascoltate con le proprie orecchie, vissute sulle proprie gambe: come fai a spiegare una foto, o la pelle d’oca per un passaggio in un intervento, o l’emozione di uno spettacolo teatrale o il trasporto di una musica, o il calore della tanta gente? E poi io non sono bravo a scrivere, non così tanto. E allora come fai? Niente, non lo faccio. Lo lascio fare a chi è certamente più capace di me nell’impresa. Un consiglio però lo posso dare: spegnete la tv in questi casi, prendete la macchina, o meglio il treno che inquinate anche meno e andate di persona. Vivete l’esperienza fuori dal guscio, tra la gente, con la gente. Per male che possa andare tornerete con una storia, un aneddoto da raccontare. E volete mettere avere qualcosa da raccontare al giorno d’oggi?
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