L’ammissione del CEO, il danno d’immagine, il crollo di Borsa, la multa miliardaria: Volkswagen ha installato motori “truccati” in grado di ridurre le emissioni solo ai test anti-smog.
Siamo ormai abituati ad associare termini come correttezza, efficenza, disciplina, rigore, rispetto delle regole al popolo tedesco e a ogni sua espressione, dal governo allo sport, dall’istruzione all’economia, fino ad arrivare all’industria e alla sua punta di diamante, il comparto automobilistico. Case come Mercedes-Benz, Audi, BMW, Volkwagen, portano alto il nome del paese in cui sono nate e in cui tuttora hanno la propria sede, tanto da vedere riconosciuto questo ruolo dalla Cancelliera Angela Merkel in numerose visite effettuate in stabilimenti e presso i saloni dell’auto più blasonati.
Golf è uno dei modelli Volkswagen sotto la lente dell’EPA. Photo credit: Foter / CC BY
Fa notizia perciò (e non potrebbe essere altrimenti) lo scandalo che ha investito il gruppo Volkswagen quando la Environment Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti, ha chiesto chiarimenti sui risultati contrastanti dei test per la valutazione delle emissioni condotti sulle sue autovetture. Di fronte alle anomalie l’azienda è stata costretta, dopo mesi di reticenze, alla confessione ufficiale: i motori diesel di 482mila autovetture vendute tra il 2008 e il 2015 sono stati truccati di modo da ridurre considerevolmente le emissioni in caso fossero sottoposte a test di valutazione. In particolare, un dispositivo installato nel motore è in grado di riconoscere se il veicolo sta subendo un sondaggio tramite dinamometro e agire di conseguenza per ridurre le emissioni di ossido di azoto di 10 o anche 40 volte, di modo da raggiungere quelle consentite per superare il test. Sarebbero coinvolti quasi mezzo milione di veicoli in circolazione negli States, di modelli di punta della casa come Audi A3, Golf, Passat, e anche Beetle e Jetta. Ora l’EPA ha ingiunto alla Volkswagen di ritirarli e fermato le vendite di modelli con quel motore negli Stati Uniti. Non è ancora chiaro se l’escamotage sia stato usato anche in Europa.
Il CEO della casa automobilistica tedesca, Martin Winterkorn, si è detto “dispiaciuto per aver tradito la fiducia dei nostri clienti”. Al danno di immagine, ormai irreparabile, si aggiunge quello economico: Volkswagen rischia una multa di 18 miliardi di dollari e già in borsa ha subito un tracollo di 20 punti. I vertici del gruppo non possono dirsi ancora al riparo da procedimenti penali che potrebbero chiamarli in causa per responsabilità individuali.
A.S.
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