Cuneo, il cerchio si è chiuso. E con esso un’epoca, quella che ha portato anche allo scudetto del 2003 con il presidente Valter Lannutti in testa. A seguito della scarsa risposta agli appelli proprio dell’ex Presidente e del Sindaco della Città di Cuneo, Federico Borgna, è maturata la decisione di non iscrivere la società all’A1 della prossima stagione. La società di Cuneo prese forma nell’ormai lontano 1958, da un gruppo di amici ed appassionati. Da quell’epoca di pionieri si passa alla successiva, guidata dal Presidente Attilio Fontana, la cui tragica scomparsa in un incidente d’auto mise a rischio la vita del sodalizio, guidato in quel periodo da Guido Cagliero. Arrivò la giovane vitalità di Enzo Prandi a salvare la situazione e con la sua figura anche quella di Bruno Fontana, figlio di Attilio, nuovo presidente nel 1982. Nel 1986 al gruppo si uniscono Ezio Barroero, fucina di idee, e Bruno Lubatti. Prende forma l’ingresso in società del marchio Alpitour che rimarrà leader e sponsor di Cuneo fino al 2001.
Intanto Cuneo sale in A1 nel 1989, dopo aver acquisito i diritti per la stessa serie dal Cus Torino, ed averli ceduti ad Agrigento, quindi aver conquistato la promozione sul campo. Si aprono così 25 grandi anni di pallavolo stellare. Il 17 aprile del 2003 diventa presidente Valter Lannutti e subito vuole sottolineare di essere arrivato per vincere. Le sue azioni sul mercato lo confermano, così l’arrivo di Ganev e di Wout Wijsmans. Non arriva subito il tricolore ma Cuneo rimane al vertice, in Italia e in Europa. Nel 2010 ecco il tricolore , a Bologna, in gara 5 contro Trento.
Rimane agli annali anche la sfiorata impresa 2013 in Champions League. La stagione 2014 è invece quella del crollo, economico per il fatto di non aver trovato sostegni di nessun tipo, né privati né pubblici, e sportivo, con un campionato a singhiozzo ed una formazione poco reattiva soprattutto nelle sue annunciate punte. In difficoltà anche la guida tecnica, mai apparsa veramente dominante sul gruppo.
Cuneo dunque ha detto stop. Dietro l’angolo la voglia di proseguire con le formazioni giovanili (fortissime a tutti i livelli) magari facendo nascere una polisportiva. Ipotesi peraltro ancora tutta da vagliare e concretizzare. Oggi c’è solo spazio per i rimpianti e i ricordi, bellissimi. Un peccato perdere un altro pezzo della moderna storia sportiva d’Italia.