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Volley maschile, che talenti dietro ai nostri big!

Creato il 01 dicembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

A Londra una fantastica Nazionale Italiana portava a casa un ottimo bronzo, dietro solo a due corazzate come Russia e Brasile. Di solito una rassegna a cinque cerchi chiude un quadriennio di lavoro e spesso porta con sé un ricambio generale. I pilastri di quel sestetto, però, sono ancora molto giovani e hanno davanti a sé ancora diverse stagioni di grandi soddisfazioni. I palloni passano tra le mani di Dragan Travica (classe ’86) che alza per il ventiquattrenne Ivan Zaytsev, che chiama in causa il coetaneo Simone Parodi e si affida al cognato Christian Savani, un vecchietto trentenne, per poi fare affidamento sulle bordate di Michal Lasko (trentuno candeline spente). Risultato: super bombe aldilà della rete. Da qui deve ripartire il movimento del futuro. E non c’è Juantorena che tenga e speriamo che le polemiche in merito si affievoliscano e si lasci spazio al gioco.

 

Ma dietro c’è già fermento. Proprio come vuole Mauro Berruto che tiene molto alla gioventù, ad innesti validi, a un continuo ricambio generazionale che significa salute per un Paese. Abbiamo già adocchiato alcuni esperimenti che il nostro commissario tecnico ha voluto provare nelle tappe centrali dell’ultima World League. I risultati sono stati incoraggianti e sono stati confermati da alcuni ragazzi anche in questo avvio di stagione con i propri club.

 

Partiamo dal ruolo fondamentale della pallavolo: il palleggiatore. Michele Baranowicz sta maturando moltissimo a Modena. In una squadra che sta affrontando mille difficoltà, il ventitreenne ex Cuneo sta facendo vedere ottime cose, offrendo parecchie visioni di giochi e dando respiro alle sue bande. Se si mette di impegno è ottimo anche in fase realizzativa: chissà cosa farebbe con un roster di ben altra qualità… Il ragazzo si è spesso alternato con Michele Falaschi, altro prodotto di qualità che a Castellana Grotte sta trovando la sua giusta dimensione a soli venticinque anni.

 

Affrontiamo il tema centrali. Quello un po’ più dolente per i nostri colori. Alessandro Fei si è adattato al ruolo, ma sappiamo benissimo tutti che è un opposto di ruolo (come sta facendo a Piacenza) e soprattutto che è un classe ’78. Emanuele Birarelli non può tenere alta la bandiera del reparto in eterno, anche se ha solo trentuno anni (l’età di massima maturazione al maschile). A parte il notissimo Simone Buti che sta facendo vedere cose spettacolari nella magica Vibo Valentia di questo girone d’andata, possiamo vantare Giorgio De Togni ed Enrico Cester. I loro muri iniziano a farsi consistenti e di buona fattura, nonostante le loro San Giustino e Castellana Grotte non stiano di certo affrontando uno dei migliori periodi. Uno classe ’85 e l’altro classe ’88 hanno ampi margini di miglioramento e si sa che giocare un campionato intero in squadre di media classifica permette di aprirsi gli orizzonti, di imparare dagli errori, magari senza quella grossa pressione che spesso guasta diversi talenti naturali. Non basta? Andiamo a Latina che Stefano Patriarca sarebbe ben contento di rispondere alla chiamata come ha fatto in estate e che, alla corte del guru Prandi, sta facendo ottime cose dopo la bella annata a Verona.

 

Abbiamo bisogno di un rinforzo in diagonale? Telefonare a Giulio Sabbi e Luca Vettori. Il primo gestisce bene diverse situazioni critiche in Puglia, il secondo è un po’ chiuso da Fei ma guardare i grandi da vicino e allenarsi insieme è la strada giusta per crescere.

Gli schiacciatori sono il nostro punto forte, ma se le cose dovessero andare storte guardate che linea verte abbiamo: Jiri Kovar (classe ’89 della Lube Macerata, colui che cambiò la finale scudetto dello scorso anno, ora fuori per infortunio); Filippo Lanza (classe ’91 della Itas Trentino); Francesco De Marchi (classe ’86 della Marmi Lanza Verona, sempre puntuale in ogni uscita); Gabriele Maruotti della Copra Piacenza. Che lista della spesa!

Libero Salvatore Rossini da Latina e il gioco è fatto. Senza dimenticare la crescita di Massimiliano Prandi, figlio d’arte.

 

No, non ci siamo dimenticati dei favolosi juniores che a settembre ci hanno regalato un indimenticabile trionfo europeo. Nessuno voleva credere in loro ma quel genio di Bonitta li ha amalgamati, ha dato loro fiducia, li ha portati al trionfo…prima di lasciare la panchina (colpe non sue). Tanti militano nel Club Italia, o in serie B (purtroppo), ma alcuni sono già sulla retta via a Macerata come Luigi Randazzo, Simmaco Tartaglione ed Enrico Diamantini, che hanno già avuto addirittura l’occasione di calcare il palcoscenico della Champions League. Occhio agli schiacciatori Luca Borgogno e Sandro Caci, il palleggiatore Marco Izzo, il libero Roberto Rivan.

 

E in chiusura dobbiamo assolutamente ricordare il Progetto Rio2016 tanto caro a coach Berruto, che nello scorso weekend ha organizzato il primo collegiale. Ventotto ragazzi (alcuni ne abbiamo già citati) da cui possono uscire pezzi importanti per la Nazionale del futuro.

 

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OA | Stefano Villa

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