Magazine Architettura e Design
4 Ottobre 2015
Eravamo io e Pierfrancesco Favino su una spiaggia, sorseggiavamo due cocktail alcolici alla frutta seduti sulle sdraio bianche sotto una palma. Di fronte a noi l'oceano in tutta la sua immensità, la spiaggia di una sabbia fine e molto bianca. Discutevamo di cinema e teatro.
"Sai mi piace molto lo spot della pasta Barilla. Come si chiamava il tir?"
"Si chiama Scheggia."
"Ma cosa provi quando reciti? Come fai a trattenere le tue di emozioni e lasciare che prendano vita quelle del personaggio?"
"Beh è un processo complesso, quello che mi succede dentro è..."
Si blocca nel parlare e all'improvviso guardiamo tutti e due in un punto della spiaggia dove le persone corrono spaventate, sentiamo spari, botti, ma che sono bombardamenti? Spaventati fuggiamo via dalla spiaggia e mentre corriamo io inciampo e cado per terra, non riesco più a vedere Pierfrancesco, alzo gli occhi e vedo una bomba che sta per cadere proprio nella mia direzione. Urlo con tutto il fiato che ho in gola e...mi sveglio. Era un sogna ma...aspetta un attimo io questi "botti" li sento ancora ma che...fuochi d'artificio? Alle 8:00 di domenica mattina? Ma le persone del mio quartiere hanno i neuroni scaduti nel cervello? Inconcepibile...
Mi alzo, ormai sveglia, e vado a prepararmi la colazione.
"Le 8:00 di domenica mattina e ora che faccio e soprattutto che dieci minuti mi aspettano?"
Mentre aspetto che il caffè esca dalla moka penso a cosa potrei fare. Bungee jumping no, giocare a mosca cieca sull'autostrada no (ma lo consiglierei al tipo dei fuochi d'artificio), disegnare mmh ...ok! Disegnare cosa? Volti? Ok...Di chi? Dei passanti? Ok... Dove? Una piazza? Sì è perfetto.
Disegnare i volti dei passanti in una piazza, ecco i dieci minuti di oggi.
Mi lavo, mi vesto, prendo il blocco schizzi e mi dirigo in centro. Nel frattempo maledico di nuovo il tipo dei fuochi d'artificio.
Sono arrugginita un po' nel disegno, ma è anche vero che non ho la pretesa di fare ritratti perfetti ma giusto dei segni...per rilassarmi.
Scelgo un punto comodo dove sedermi, quella panchina un po' al sole un po' sotto l'ombra dell'albero è perfetta, da lì ho un'ottima visuale.
La piazzetta è situata in prossimità di una chiesa, quindi è molto trafficata.
Mi siedo e con matita e foglio pronti, avvio il timer.
10:00
Aspetto che qualcosa mi colpisca.
Un nonno con la sua nipotina a passeggio le compra un palloncino, il sorriso della bambina è il primo "segno" che faccio sul foglio. Le mani piccole che si allungano per prendere il palloncino il vestitino bianco e rosa che si muove insieme a lei, le calze bianche che io da bambina ho sempre odiato.
Più in là un barbone si appoggia su un'altra panchina, lo sguardo vuoto di chi ha perso tutto, la tristezza che segna le espressioni permanenti del suo viso. Guarda anche lui la scena della bambina con il palloncino e accenna un ormai spento sorriso. Imprigiono le sue espressioni nella mia mente e le trasferisco sul foglio.
Una coppia di ragazzi passeggia abbracciati, le mani intrecciate. Adoro quello che riescono a dire le mani, le disegno.
Un gruppo di bambini gioca con un pallone nel centro della piazza. I volti arrossati, le urla, il pallone che sfugge ogni volta, il ragazzino in sovrappeso che corre a riprenderla ogni volta, una straordinaria velocità nonostante la forma. Anche lui starà bene sul mio foglio.
Mentre finisco di disegnare il bambino alzo gli occhi e di fronte a me vedo un cane seduto che mi fissa. Amicizia, amore, fedeltà, rispetto, gioia, sono tutti racchiusi in quello sguardo. Gli dico di rimanere fermo e lui lo fa, così io posso ritrarlo.
0:00
Suona il timer e io ho quasi finito di disegnare il cane.
"Ecco! Un po' di ombra qui. Finito! Guarda ti piace?"
Lo mostro all'amico a quattro zampe e lui mi scodinzola. La mia famiglia domenicale sul foglio è proprio al completo, il nonno e la bambina, la tristezza del barbone che si trasforma in un sorriso, l'amore ingenuo, i bambini che giocano e il cane che aspetta che qualcuno gli dia da mangiare.
"Dai vieni, andiamo a farci un panino con il prosciutto."
Buona Domenica.