Primo episodio della nostra rubrica di costume. Godetevelo.
Di Suv in città
Si sa che il traffico cittadino è il miglior equivalente della giungla amazzonica, o delle invasioni barbariche. Automobili che strombazzano a destra e a manca, sensi unici inascoltati, ciclisti che rischiano la vita, cafoni che non rispettano le precedenze, code chilometriche per raggiungere luoghi vicinissimi, lavori stradali inopportuni, cartelli della ZTL che spuntano come funghi. Insomma, ad attraversare il centro storico si rischia come minimo la carrozzeria, se non il multone.E poi arrivi tu. Tu, donna con lunghi capelli biondo platino e occhiali da sole che costano 50 euro al centimetro quadro. Tu e il tuo Suv nero lucido come le tue unghie finte. La domanda che sorge è una sola: cosa cazzo te ne fai di un Suv in città (o, in alternativa, perchè non ti spari un colpo per il bene dell’umanità?) ? Perchè io dubito fortemente che nel tuo tempo libero tu e i tuoi tacchi a spillo vi inerpichiate lungo qualche scoscesa stradina di montagna. E allora, per ogni dio mai adorato, perchè non bruci quella macchina larga quanto un autobus, lunga quanto un pulmino e con soli cinque posti a sedere, evitando le maledizioni di chiunque ti incroci in un qualunque stretto vicolo cittadino?
Ah, se ci fosse Raffaella.