Il commento più arguto al frammento di intervista a Antonio Di Pietro andato in onda su una rete nazionale, è stato quello del mio amico Brunin l'Oste: “E allora perchè non fa politica anche Valentino Rossi?”.Dopo tutto se l'obiettivo è quello di far trionfare la non-politica sulla politica, il Vale nazionale ha lo stesso indice di gradimento dell'ex Pm, lo stesso candore lessicale che fa tanta simpatia, lo stesso sorriso. Tutti e due parlano con l'intervistatore di turno come se fosse la cosa più naturale del mondo, strafalcionando (volutamente o meno) per il pubblico ludibrio. Andando alla ricerca di altre similitudini, mi vien da pensare che Di Pietro fu eletto al Mugello, territorio toscano noto per il suo autodromo, terreno sul quale, Vale, è idolo mondiale incontrastato.D'accordo, Rossi non è nemico di Sua Bassezza: ma per questo basta attendere. La capacità di Berlusconi di costruirsi nemici è inarrivabile; il suo unico scopo nella vita parrebbe quello di dividere il mondo in berlusconiani e anti berlusconiani. Persino quelli come lo scrivente (al quale di Sua Bassezza non interessa un fico secco) sono costretti a schierarsi. Però, ecco, penso che essere nemici di Sua Bassezza, in sé, non dovrebbe bastare per acquistare valenza politica nazionale. E gli esempi non mancano. Su Veronica Lario, la santa donna che ebbe la sfiga di dividere il talamo con S.B. per parecchi anni (probabilmente non in esclusiva), piovve una proposta di candidatura da parte del Pd di Ualter Veltroni. La qualità politica più pregnante della Lario era quella di aver parecchio in uggia l'ex marito. Andando indietro nel tempo, Cecchi Gori si ritrovò ulivista, senza aver capito che cosa possa essere un ulivo (nemmeno sotto il profilo meramente botanico: lui stipendiava un giardiniere). Perchè non pensiamo, almeno, ad un test di ammissione?O dobbiamo rassegnarci a dipendere in eterno da Berlusconi, al punto da considerare un amicone chiunque abbia l'ardire di pestare i calli a Sua Bassezza?Ci meritiamo questo?...
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Il commento più arguto al frammento di intervista a Antonio Di Pietro andato in onda su una rete nazionale, è stato quello del mio amico Brunin l'Oste: “E allora perchè non fa politica anche Valentino Rossi?”.Dopo tutto se l'obiettivo è quello di far trionfare la non-politica sulla politica, il Vale nazionale ha lo stesso indice di gradimento dell'ex Pm, lo stesso candore lessicale che fa tanta simpatia, lo stesso sorriso. Tutti e due parlano con l'intervistatore di turno come se fosse la cosa più naturale del mondo, strafalcionando (volutamente o meno) per il pubblico ludibrio. Andando alla ricerca di altre similitudini, mi vien da pensare che Di Pietro fu eletto al Mugello, territorio toscano noto per il suo autodromo, terreno sul quale, Vale, è idolo mondiale incontrastato.D'accordo, Rossi non è nemico di Sua Bassezza: ma per questo basta attendere. La capacità di Berlusconi di costruirsi nemici è inarrivabile; il suo unico scopo nella vita parrebbe quello di dividere il mondo in berlusconiani e anti berlusconiani. Persino quelli come lo scrivente (al quale di Sua Bassezza non interessa un fico secco) sono costretti a schierarsi. Però, ecco, penso che essere nemici di Sua Bassezza, in sé, non dovrebbe bastare per acquistare valenza politica nazionale. E gli esempi non mancano. Su Veronica Lario, la santa donna che ebbe la sfiga di dividere il talamo con S.B. per parecchi anni (probabilmente non in esclusiva), piovve una proposta di candidatura da parte del Pd di Ualter Veltroni. La qualità politica più pregnante della Lario era quella di aver parecchio in uggia l'ex marito. Andando indietro nel tempo, Cecchi Gori si ritrovò ulivista, senza aver capito che cosa possa essere un ulivo (nemmeno sotto il profilo meramente botanico: lui stipendiava un giardiniere). Perchè non pensiamo, almeno, ad un test di ammissione?O dobbiamo rassegnarci a dipendere in eterno da Berlusconi, al punto da considerare un amicone chiunque abbia l'ardire di pestare i calli a Sua Bassezza?Ci meritiamo questo?...
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