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Vox populi, vox dei?

Creato il 05 luglio 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

Vox populi, vox dei?5 LUGLIO – Si sta sempre più allargando il baratro che divide gli elettori e la politica, i rappresentanti del popolo. Di certo, l’attenzione pubblica è ora concentrata su questo “grande pacchetto” di riforme che, apparentemente, sembra risolvere la rigidità del nostro apparato pubblico, da molto criticato ma mai preso in considerazione dai governi precedenti per un’effettiva risoluzione. Ciò che dà da pensare, tuttavia, è quanto avverrà in seguito, quando il governo presieduto dal Professor Mario Monti lascerà spazio al successivo, frutto dell’elezione dei cittadini. È difficile tentare di immaginare quale epilogo avranno le prossime elezioni. In molti partiti si stanno soppesando alleanze e si stanno cercando nuovi accordi, ma sembra che la sfiducia degli elettori nei confronti della vecchia politica sia ormai confermata. C’è invece ora Beppe Grillo, il cui blog, è bene ricordarlo, è il più visitato d’Italia e manifesta apertamente “il mal di pancia” degli italiani, evidenziando maggiormente i difetti, piuttosto che le possibili soluzioni. Che sia un movimento di protesta, è evidente. E molti credono che sarà il partito di Grillo, la cui carriera politica non è certamente la più lunga e le cui competenze in questo senso possono essere messe in forte discussione, a dominare la scena politica italiana dei prossimi anni. I partiti, ora messi da parte dal governo Monti, hanno la necessità di riorganizzarsi, per poter ottenere maggiore credibilità. In particolar modo, a disturbare gli italiani è forse la permanenza di molte personalità. La classe politica italiana deve poter proporre nuovi volti agli elettori, riportando un minimo di fiducia verso la classe politica.

La perdita di fiducia verso le istituzioni è profonda, ed indice di molto disagio sociale. Un disagio che può sfociare nella rabbia generale, e di cui molti possono approfittarsi. La politica e la propaganda basati sullo scontro sono fonte di altrettanti scontri, e mancano di un effettivo apporto costruttivo. È vero che Grillo è il volto di un sistema complesso, ricco di nuovi politici giovani, che vorrebbero emergere e proporsi con idee innovative. Tuttavia, viene spontaneo chiedersi se un comico possa dedicarsi interamente alla politica, soprattutto in un periodo di transizione così complesso, in cui è effettivamente difficile comprendere quali dinamiche determinino i movimenti sociali. Grillo ottiene consensi, infatti, perché manifesta apertamente la voce del popolo, quello stato di disperazione in cui la società si trova. La mancanza di fiducia nel futuro, la convinzione che l’avvenire porti soltanto cadute e dolore, è la base su cui la politica di Grillo nasce. È semplice evidenziare i problemi, ma proporre delle soluzioni è molto più difficile. Non si vuole, qui, diffidare. Beppe Grillo probabilmente ha le migliori intenzioni, e fra le sue fila si annoverano giovani preparati e colti. C’è però il rischio di cadere nell’illusione che tali militanti possano trovare una soluzione immediata ai problemi. Mai come oggi, forse, il quadro politico è stato complesso, ricco di influenze esterne ed economiche, fonte di problemi cui soltanto uomini esperti, possono trovare soluzioni. Non a caso, l’ascesa di Grillo è simile a quella della Lega Nord, nata in origine come un movimento popolare che raccoglieva e faceva sentire la voce del popolo. Tuttavia, è stato dimostrato che, dopo un iniziale entusiasmo, la soluzione dei problemi è qualcosa di molto diverso. La società multimediale favorisce certamente la propaganda popolare, e difficilmente i cittadini possono comprendere se un determinato rappresentante abbia o meno le competenze necessarie per assumere una posizione così rilevante. Se l’entourage di Grillo sarà soddisfacente in questo senso, allora si può pensare ad un effettivo cambiamento, si spera in meglio. Altrimenti, come troppe volte è stato, saranno parole al vento.

Enrico Cipriani


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