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Da Fishcanfly @marcodecave

Sapeva che non poteva farlo e che era vietato da qualsiasi legge sulla privacy. Era solo una iniziale sbirciata. In effetti il codice d’onore era solo un’invenzione per far sta buoni tutti e lui stava unicamente vedendo il profilo di una persona su Facebook. Una persona che in fondo significava quanto lui, cioè poco più di niente. Una persona come tante, con una data di nascita, una famiglia più o meno normale, interessi, amici.

No , aspetta, pensò. Questa ha la stoffa per diventare una persona famosa e io sono stato il primo a scoprirla. Rispose a questo punto la sua coscienza, A scoprire chi, se nessuno lo saprà mai. No, sarò stato io a saperlo. Non devo prendere io il merito , ma solo chi diventa famoso. Questo discorso non ha senso, disse la coscienza.

Stava vedendo tutte le sue foto personali, di lei e dei suoi amici, stava vedendo tutti i suoi sorrisi, le sue gite, i suoi viaggi, le sue mascalzonate. Ma non ne aveva alcun diritto. Si sentì un ladro. Ma ladro di cosa? In fondo sto vedendo quello che avrei visto se fossi suo amico. Amico, e chi voleva esserlo? Era solo un’altra gnocca sulla faccia della terra. Brutta cosa la democrazia. Anche la bellezza non era più appannaggio di pochi.

Scorse velocemente ancora due volte su altri album. Era in paradiso. Avere per sé delle cose che non sono per il genere umano è meraviglioso, pensò. La proprietà privata è nata per far nascere la felicità di avere per sé qualcosa. Io ho lei, pensò. Nei miei pugni. Chiederle l’amicizia sarebbe inutile. Poi sparirebbe il gioco. La proprietà privata è una ghiottoneria per chi sente che è solo un’invenzione del gioco degli uomini.

Facebook riproduce la proprietà privata, come se estendesse il gioco in ogni direzione. Maledetti quelli che non condividono se stessi, pensò. Loro rimangono oscuri. Delle pedine che sono fuori dal gioco. Non posso hackerare il mondo reale, pensò. Eppure anche loro sono così fragili, perché non posso schematizzarli?

Era all’ultimo album. Sapeva che non doveva aprire anche quello. Ma era più forte di lui. Quell’album aveva qualcosa di magnetico. C’erano foto abbastanza osé. Ma cosa andava scoprendo? Che la donna è fatta di tette  e culo? Troppo semplice. Non poteva mandare un click anche lì. “Servizio fotografico calendario 2009” . Click sì. Proprietà privata. Click no. Oscurità . Click sì e no.

Saltò la corrente.

Non ci pensò due volte.

La lasciò alla sua storia.

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