Ho letto la tua intervista (ah grazie.. Magari mi dici anche dove?) e vorrei cambiare vita, mi aiuti?
Ricevo mail simili abbastanza spesso ultimamente, da quelle più vaghe a quelle meno vaghe e più strutturate e con obiettivi. E leggo anche messaggi della stessa fattura sui vari gruppi facebook dedicati a chi vive all'estero.
Essendoci passata anche io nel momento in cui volevo cambiar vita, ed essendo un'ottimista di natura, rispondo sempre a queste mail cercando di dare consigli e di non smontare in maniera definitiva nessun sogno, perché se è vero che ti mostro la realtà delle cose, non sono nessuna io per dirti che tu non ce la puoi fare.
Ma di sicuro non aspettarti di sentire.. " Ma che bello! Si dai vieni in Olanda che è così bello e poi si trova lavoro subito e si fa la bella vita!"
No, mi dispiace, non è la realtà -anche se può sembrare-
Io sono una persona abbastanza impulsiva, e come mi hanno definito in più persone una bomba ad orologeria, per cui è relativamente facile per me perseguire una certa scelta e buttarmi.
La prima volta che ho deciso di cambiare vita sono partita per il Kenya a lavorare, storia che ho già raccontato diverse volte. e non mi sono posta troppe domande: sapevo che era la cosa giusta da fare in quel momento della mia vita, ho ascoltato l'istinto e tutti i segnali che giorno dopo giorno coglievo. Mi sono impegnata, passavo 10 ore al giorno a cercare informazioni e mandare curriculum, non pensavo ad altro era il mio unico obiettivo.
E ce l'ho fatta, nonostante il Kenya stesse uscendo da una recente guerra civile e il turismo fosse piuttosto scarso.
La seconda volta è stata forse più difficile perché eravamo in tre e con pochissimi soldi, ma avevamo tutte le intenzioni di cercare qualcosa di meglio che elemosinare lavoretti in Italia.
La nostra decisione di emigrare in Olanda
Eravamo più o meno con il mappamondo in mano, una bimba di 14 mesi e pochi, pochissimi soldi in banca. Ma una cosa, quella più importante, era con noi: la determinazione.
Cercando informazione sui vari paesi dove poter cercar fortuna, eravamo arrivati ad una shortlist finale:
- Australia: il nostro sogno da sempre. Ma con una figlia era un bel casino, e ormai eravamo fuori età per il Working Holiday Visa. Partire con un visto studenti era decisamente troppo fuori budget per noi purtroppo, e non abbiamo nessuna professione che rientri nella SOL. Cara Australia, purtroppo sei stata eliminata.
- Inghilterra: vicina, si parla inglese, poco toccata dalla crisi. Però Londra è super inflazionata e carissima, e comunque la sterlina non gioca a nostro favore. Andare in una città più piccola sarebbe un'opzione, ma partendo senza lavoro dobbiamo poi cercarlo, e che succede se andiamo a Brighton e troviamo lavoro a Manchester? Insomma, rischiavamo di giocarci il nostro stringatissimo budget prima ancora di trovar lavoro. Certo che l'Inglese sarebbe stato un gran bel vantaggio...
- Germania: Mr Dj ha amici li che gli dicono di quanto si sta bene e di come sia economica. Sì ma c'è un problema.. il tedesco. In Germania devi sapere tedesco se vuoi cercar lavoro e io non lo parlo. Essendo lui con passaporto del Kenya e visto Schengen, per poter lavorare in un paese al di fuori dell'Italia è necessario che o io stia lavorando li o dimostri di avere abbastanza fondi per mantenersi. Va da se che l'opzione Germania è nuovamente scartata.
- Olanda: incredibilmente non ci sono mai stata. Si parla Olandese, ma tutti (così dicono) parlano inglese. Ci sono tantissime sedi europee di multinazionali e organizzazioni non governative. L'Olanda è piccola e la zona del Randstad (dove si trova la maggior concentrazione appunto di industrie, aziende e uffici) è abbastanza circoscritta e comunque raggiungibile in breve tempo con i mezzi pubblici. Sebbene forse cara, in Olanda c'è l'Euro.
E così abbiamo scelto di posizionarci a Leiden per via della sua centralità rispetto ad Amsterdam, Den Haag, Utrecht e Rotterdam.
Siamo partiti con veramente poco in tasca, nessuna certezza e un contratto di affitto per 6 settimane che ci succhiava buona parte del budget. Ma non avevamo alternative, se non piangerci addosso (che NON è un alternativa).
Non avevamo idea di come avremmo fatto, da dove saremmo partiti e come ci saremmo organizzati con la piccola. Sì, siamo stati un po' avventati, ma in fondo se ogni tanto uno non tenta e deve pianificare tutto, poi se qualcosa va storto si perde. Noi invece avevamo una sfida giorno dopo giorno.
Le prime settimane sono state una lotta continua: non sapevamo da dove cominciare, le informazioni che reperivamo erano confuse e la burocrazia ci faceva impazzire. Inoltre i soldi nel conto calavano solo, e non ci potevamo permettere assolutamente nulla.
Ricordo che mi sentivo in colpa per Emma, che povera aveva si e no due bamboline portate dall'Italia.. E così ho scovato i negozi dell'usato dove le ho comprato costruzioni e qualche altro gioco a prezzi stracciati. Non riuscivo nemmeno a guidare la bici con lei sul seggiolino all'inizio, ed ero terrorizzata al pensiero di cadere con lei.
Incredibilmente poi arriva il mio lavoro, e con esso una catena di problemi: dobbiamo trovare casa a Den Haag o Leiden, registrarci all'IND per ottenere il permesso di residenza per Mr Dj, e poi trovare un asilo nel caso lui inizi a lavorare.. E se poi non trova? Quanti giorni andrà all'asilo? Quanto spenderemo? Insomma, problemi su problemi.
Per trovare la casa giusta ci abbiamo messo un po' e ancora soldi che calavano vertiginosamente dal nostro budget.. Erano passate appena 5 settimane eppure mi sembrava già una vita, mai avrei pensato che sarebbe stata così dura, anche perché se lo avessi saputo prima forse mi sarei spaventata.
Per questo credo sia meglio buttarsi e provare le strade.
Sicuramente siamo partiti con la consapevolezza che avevamo le carte in regola per farcela, e non perché avessimo chissà quali esperienze professionali o titoli di studio altisonanti, ma perché abbiamo buona volontà, siamo pronti ad imparare, sappiamo vivere con poco.. E sì, sappiamo l'Inglese. Se non avessi saputo l'Inglese sicuramente sarebbe stato diverso.
Se vuoi cambiare vita non sarò io che potrò aiutarti a farlo. Posso raccontarti come è andata a me, probabilmente sarò stata fortunata per certi versi, ma ogni storia è diversa. Posso indirizzarti verso siti dove trovare informazioni o chiarirti le idee laddove la burocrazia diventa confusa, ma non potrò mai dirti sì fallo buttati.. Perché per farlo serve una buona dose di incoscienza ma anche tantissima determinazione. E non si tratta di coraggio, per me il cambiar forma e vivere fuori dalla comfort zone è la cosa più bella del mondo ma per te potrebbe essere invece difficile e poco piacevole.
Cambiare vita trasferendosi all'estero non significa solo vivere la vita dei tuoi sogni, ma comporta tantissimi sacrifici, tanta solitudine e continue privazioni. Significa anche passare le feste da soli e imparare a fidarsi degli sconosciuti, arrangiarsi nei momenti difficili e contare solo su se stessi. Andare a vivere all'estero può fare veramente schifo perché arriverà quel punto in cui ti senti completamente perso ed incompreso, in cui vorresti più di ogni altra cosa essere anche tu con le tue amiche a fare l'aperitivo anzi che impazzire dietro agli scaffali di un supermercato in cui i prodotti sono tutti diversi da quelli a cui sei abituata, e trovare sorrisi laddove invece trovi sguardi inquisitori.
Piano piano però ti ci abitui, e questa tua nuova vita diventa sempre un po' meno nuova, gli sconosciuti sempre più amici e i prodotti del supermercato sempre più familiari. Piano piano arriverai ad essere felice dei tuoi sacrifici fatti, e guardando la strada percorsa potresti essere soddisfatto dei risultati raggiunti.
Oppure potrai decidere di cambiar di nuovo vita perché questa non è ancora quella che volevi, forse perché quello che ti piace sta proprio nel non cedere alle abitudini.