Francamente contro Halloween non ho nulla. La faccenda che sia estranea ai nostri costumi, onestamente, mi pare una stupidaggine. Con questo presupposto e dandogli retta anche il rock’n roll non avrebbe preso piede con mio sommo danno. Non masticheremmo chewingum, magari per la gioia di chi li deve staccare dal selciato, non berremmo cola, non mangeremmo hamburger e hot dog. Vivremmo bene lo stesso, ben inteso, ma tutto sommato che male c’è ad accendere una zucca e a dare due dolcetti (o beccarsi lo scherzetto) ai bambini che suonano alla tua porta? Il fatto è che a me, di Halloween, non importa nulla, ma per quanto mi riguarda che lo si festeggi pure, nei limiti e nei modi del rispetto sociale.
Quello che mi infastidisce, e non solo di Halloween, e la sovrastruttura commerciale, che poi è il motivo per cui lo festeggiamo. Se la festa è celtica e non ci appartiene, è anche vero che non ci fa danno, almeno di per sé. Ma fa danno ai nostri portafogli a favore di un commercio sempre più esasperato, di quella corsa al consumo che poi è la causa dell’involuzione della nostra civiltà.
Questo vale, però, ormai per tutte le celebrazioni, quelle tradizionali e quelle non. Pensiamo a San Valentino, che più che la festa degli innamorati e quella dei cioccolatai, alla festa della donna, che invece di invitare alla meditazione sul ruolo dell’individuo femmina si limita ad arricchire i fiorai. E pensiamo anche alle feste religiose canoniche, ormai svuotate di ogni significato intrinseco per favorire il commercio di questo o quel prodotto. A Pasqua celebriamo l’uovo e non la resurrezione di Nostro Signore. A Natale celebriamo il trionfo dell’abboffata, del giocattolo e delle lucette, anziché raccoglierci intorno al nostro Dio Bambino. E questo ci rende stupidi, vittime della pubblicità e della comunicazione manipolata.
Ecco perché Halloween, nonostante a casa mia i miei figli siano liberi di festeggiarlo, mi sta profondamente antipatico. È una festa che ci hanno appioppato, e noi boccaloni la celebriamo fedeli al detto delle nostre nonne , opportunamente modificato dai tempi, “l’ha detto la televisione” per cui spendiamo e compriamo.
Però stasera, a casa mia, i miei figli, insieme ai loro genitori, che saremmo io e mia moglie, hanno intagliato una zucca per metterci dentro una candela, e l’hanno fatto insieme, quasi senza litigare, in una serata senza televisione a divertirsi con la propria creatività. Quindi abbasso le feste imposte, ma viva le feste che ci fanno stare insieme, sempre che ci riescano.
Luca Craia