Viva l'Italia, presa a tradimento, l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento, l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
E con tanta immodestia aggiungo ai versi di Francesco De Gregori, che in questi giorni abbiamo visto l’Italia vigliacca e l’Italia coraggiosa. Un’Italia crudele e un’Italia meravigliosa. Ancora capace di stupirci, tanto nell’orrore di uno degli attentati più infami dell’intera storia repubblicana, quanto nella sua capacità di rispondere a questa stessa vergogna. La risposta è arrivata dall'orgoglio dei ragazzi di Brindisi, e poi, pochi giorni dopo, è arrivata con una altra sberla in faccia. questa sberla si chiama cambiamento. Proprio quel cambiamento che in Italia, il partito delle stragi, da Portella della Ginestra ad oggi, ha sempre combattuto a suon di morti.
Si. Quello di ieri, 20 maggio 2012, è stato uno dei più sorprendenti cambiamenti dell’intera storia elettorale italiana. Non ho mai sopportato Beppe Grillo e i suoi seguaci e non ho mai esitato a dirlo, così come non lo faccio adesso; ma il punto non è questo. Il risultato dei ballottaggi di ieri c’insegna un’altra cosa, e cioè che nei momenti difficili l’Italia sa rialzare la testa. Il mio non è sentimentalismo entusiastico, né il ripensamento del giorno dopo: continuo a pensare che il successo di Grillo rappresenti solo una fase di transizione; eventualmente bisognerà vedere quanto durerà la transizione e quali prezzi bisognerà ancora pagare. Gli italiani con questo voto però hanno bocciato i politici di una seconda repubblica che non ha saputo cambiare rispetto alla prima, e che se è cambiata è cambiata in peggio; dunque, nonostante io continui a ritenere Grillo né più né meno se non uno dei tanti populisti che riescono come sempre a far breccia nel marcio della politica, sono comunque soddisfatto di questo risultato. Dove più (a destra), dove meno (a sinistra), è stata abbattuta la "politocrazia" e non la politica. Se la sconfitta è arrivata anche per il più vergognoso bluff della storia italiana, ovvero la Lega Nord, non può essere la politica ad aver perso.
L’organo ufficiale del movimento 5 stelle (ahimè, ormai è il Fatto quotidiano), titola euforico “Parmacotti”, e presenta le foto di Alfano , Bersani, Maroni , Casini e Fini (difficile dargli torto). A via Negri titolano: "il vero comico è Bersani" (per via delle dichiarazioni rese sulla "vittoria" del PD); già nostalgici e in cerca di nuovi barzellettieri? Alla Padania, dopo aver perso sette sfide su sette, siamo alle fantozziane visioni mistiche: “finita la traversata nel deserto”.
Auguri a Pizzarotti e complimenti. Anche perché ha la mia stessa età. Dice che sin da piccolo ha sempre voluto cambiare il mondo. Auguri doppi allora: dovrà cominciare dai 600 milioni di buco lasciati dall’amministrazione precedente. Io, due settimane fa scrivevo: “ chiccazzo è Pizzarotti?” (http://caffescorretto.blogspot.it/2012/05/boom.html). Chiedo venia: la sua forza è stata proprio la sua "carneaditudine". Ora però, il grillino più famoso d’Italia, quello che come tutti gli altri del M5S è stato sempre invitato dal suo mentore e “megafono” dal diffidare del mezzo televisivo, dovrà fare ancora molti bagni di radio e tv. Soprattutto poi, Pizzarotti dovrà confrontarsi con un elettorato piuttosto imprevisto (o forse neanche troppo), e cioè quello che lo ha votato in massa: i delusi del PDL. Auguri tripli.
sull'ormai celebre "affluenza in forte calo" non voglio esprimermi. Non posso avere una parola per tutti; anche per i personaggi in cerca d'autore.
Un ultimo commento per salutare la seconda repubblica e due suoi simboli: Red Ronnie e il TG1. Il noto consulente di Letizia Moratti, al secolo Gabriele Ansaloni, ha ultimamente rilasciato una dichiarazione al telegiornale della prima rete RAI, per dire che i Maya avevano previsto il terremoto in Emilia. Lui, che non aveva previsto il terremoto della Moratti nel 2011, ora s’improvvisa profeta della fine del mondo. Lo rivedremo nella terza repubblica? Forse si… al Roxy bar.